Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 31 gennaio 2015

Questo papato, perché? Cosa ci è chiesto in questa temperie?

L'articolo di Patrizia Fermani ripreso stamane ci ha toccati profondamente. Esso ha suscitato diversi commenti, condivisibili toto corde. Ne estraggo alcuni, pubblicandoli di seguito. Ogni discussione è arricchita dall'apporto di lettori che consentono condivisione e approfondimenti niente affatto banali e sempre nutrienti per tutti.
Il primo commento, tuttavia, lo riprendo da RC; i tre successivi da questo blog, grata ai lettori: Paolo Pasqualucci - che nonostante i molti impegni non manca di donarci le sue limpide puntualizzazioni - Anna, sempre centrata e puntuale nelle sue osservazioni, cui segue l'inquietante domanda della lettrice murmex.
Non sottovaluto altri interventi che non sono da meno. Ma in questo caso credo debbano essere messe in evidenza le seguenti 'perle'. Per poi ripartire da qui con ulteriori input.

Una crisi che viene da lontano

Dunque, ecco l'intrigante osservazione del lettore Raffaele su RC, densa di simbolismi che meritano un approfondimento a parte. L'immagine inserita sopra è ripresa dal suo link:
La Statua della Libertà posta all’entrata della Baia di New York fu progettata dal garibaldino e massone alsaziano F. Bartholdi, realizzata a Parigi e montata a New York. Molto interessante il fatto che a modello fu presa la statua “la Legge Nuova” della balconata centrale della facciata del Duomo di Milano1 (1810) [qui]:  Notiamo che a Milano la Legge Nuova (quella del Nuovo Testamento) impugna la Croce, ed è coronata di dodici raggi; è affiancata dalla Legge Antica, con le Tavole del Sinai. A New York (Parigi), ecco la “reinterpretazione”: la Libertà si erge come Legge essa stessa, tiene un Libro con la data dell’indipendenza degli USA (1776: considerato “anno dell’Avvento della Libertà nel mondo”, oggi ripreso dall’altezza in piedi della torre che sostituisce le Twin Towers), è coronata da sette raggi. Sul basamento c’è un testo poetico, scopiazzatura dell’evangelico “Venite ad Me, omnes qui laboratis…”
Cosa è venuto meno. I fedeli si pongono come cattiva coscienza dei pastori infidi

Nell'apprezzare l'articolo della Fermani, Paolo Pasqualucci osserva:

L’arcivescovo greco-melkita di Aleppo: morirò con i fedeli

Riprendiamo di seguito da La Stampa, l'ultimo articolo di Marco Tosatti sulla situazione dei cristiani in Siria [qui]:

L’arcivescovo di Aleppo: «In Siria la cosiddetta Primavera araba ha fatto danni enormi». Lo ha detto parlando in Sicilia della situazione che stanno vivendo i cristiani in Siria e in tutto il Medio Oriente, e in particolare in quella che era la città più multiculturale della regione, Aleppo, soffocata dalla morsa dei terroristi e dei ribelli.
Nei giorni scorsi l’arcivescovo greco-melkita di Aleppo, mons. Jeanbart, ha parlato in Sicilia della situazione che stanno vivendo i cristiani in Siria e in tutto il Medio Oriente.

Qui trovate il link al suo intervento su "Ora Pro Siria" , di cui ci sono parse particolarmente toccanti alcune frasi che riportiamo:

Il nuovo popolo di Dio – di Patrizia Fermani

Ci sono forse obiezioni o altre parole per dirlo? Ineccepibile Patrizia Fermani su Riscossa cristiana [qui]

Il problema è il popolo di Dio. Ormai non abbiamo più parole per esprimere lo sgomento di fronte all’opera di demolizione del cattolicesimo che Bergoglio sta ultimando grazie alla crisi culturale generalizzata, alla volgarità dei tempi e al consenso che raccoglie in virtù dei meccanismi di immedesimazione collettiva. Alcuni hanno avvertito presto di cosa si trattava, altri hanno cercato di sospendere il giudizio e addirittura di congelarlo fino a che il dovere di obbedienza lo potesse consentire.

Ma agli albori di questo 2015, nessuno può più permettersi di rimandare alcunché poiché la posta in gioco è ormai apertamente la sopravvivenza concreta di una religione, e proprio perché i giochi sembrano già fatti in senso contrario e senza possibilità di appello. E sembrano fatti perché l’operazione fin dall’inizio è stata condotta dall’intero popolo di Dio, massa obbediente e complessivamente inerte, capitani e comandanti in capo, tutti provvisti della nuova bibbia conciliare che quasi nessuno ha letto ma che a tutti è stata imposta come la mappa di un cattolicesimo nuovo.

venerdì 30 gennaio 2015

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e la preghiera

Benedetto XVI, Udienza generale
Piazza della Libertà, Castel Gandolfo

Mercoledì, 1° agosto 2012

Cari fratelli e sorelle!

Ricorre oggi la memoria liturgica di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, Redentoristi, patrono degli studiosi di teologia morale e dei confessori. sant’Alfonso è uno dei santi più popolari del XVIII secolo, per il suo stile semplice e immediato e per la sua dottrina sul sacramento della Penitenza: in un periodo di grande rigorismo, frutto dell’influsso giansenista, egli raccomandava ai confessori di amministrare questo Sacramento manifestando l’abbraccio gioioso di Dio Padre, che nella sua misericordia infinita non si stanca di accogliere il figlio pentito. L’odierna ricorrenza ci offre l’occasione di soffermarci sugli insegnamenti di sant’Alfonso riguardo alla preghiera, quanto mai preziosi e pieni di afflato spirituale. Risale all'anno 1759 il suo trattato Del gran mezzo della Preghiera, che egli considerava il più utile tra tutti i suoi scritti. Infatti, descrive la preghiera come «il mezzo necessario e sicuro per ottenere la salvezza e tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per conseguirla» (Introduzione). In questa frase è sintetizzato il modo alfonsiano di intendere la preghiera.

Venerdì - Preghiera di riparazione

Oggi è venerdì, il giorno della Preghiera di Riparazione. Lo ricordo per chi lo avesse dimenticato o, leggendoci solo ora, non lo sapesse. L'iniziativa, com'è ormai noto, parte da qui. Non tutti hanno la possibilità di unire alla pratica suggerita anche il Santo Sacrificio; ma quando non è possibile, penso che al Signore sia gradita anche la buona volontà della preghiera e della sia pur breve adorazione silenziosa.

O Dio, che nella tua misericordia ti sei degnato di elargire i tesori infiniti del tuo amore nel Cuore del Figlio tuo, trafitto per i nostri peccati, concedi che, rendendoGli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere anche l’ufficio di una degna riparazione
Pertanto: ripariamo! Affrettiamo il trionfo della Chiesa di Cristo: torni quanto prima a risplendere della luce del suo Signore nelle parole e nella vita dei suoi figli, perché il mondo creda.

Cor Iesu Sacratissimum, adveniat Regnum tuum!

Come praticare la preghiera di riparazione: ogni venerdì (possibilmente), dopo aver detto l’Atto di Offerta “Cuore Divino di Gesù”* ponendo come intenzione “in riparazione dei peccati contro il vostro Cuore sacratissimo”, recitare il S. Rosario a cui far seguire le Litanie del S. Cuore di Gesù con relativa orazione. Nei limiti delle possibilità, questa pratica si faccia davanti al SS. Sacramento o comunque si sosti almeno un quarto d’ora davanti al tabernacolo in adorazione ed espiazione. In caso di particolare necessità, verranno suggerite ulteriori forme di riparazione e di penitenza, secondo il principio dell’agere contra.
_________________________
* Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen.

Il 13 giugno al Palalottomatica

Un articolo di Costanza Miriano su La Croce di ieri. Un'occasione da non perdere e da diffondere. Peccato che in questo contesto siano ignorate le distorsioni dottrinali che molto ci interpellano. Ma credo che Costanza Miriano, nella sua situazione, faccia del suo meglio e sia una testimone più che valida e credibile.

Una mette a letto i figli, a posto i piatti, sforna la torta al cioccolato e affronta il gelo notturno per andare a una riunione con i tre amici e compagni di quella stramba avventura che abbiamo chiamato “Contro i falsi miti di progresso”. Dai, l’ultimo sforzo, si dice l’ignara madre di famiglia mentre cerca un paio di calze non bucate . Va lì tutta tranquilla e serena, perché pensa che il senso della riunione sia fondamentalmente dirsi: daje ragazzi che il peggio è passato, siamo sopravvissuti al convegno di Milano e agli attacchi mediatici e alle palate di m…aldicenze. Adesso sì che ci possiamo rilassare.

giovedì 29 gennaio 2015

Preghiera al S. Cuore ogni venerdì a Firenze

La Preghiera di Riparazione: un contagio che speriamo continui a diffondersi.

CONFRATERNITA
DI S. GIROLAMO E S. FRANCESCO POVERINO
Piazza SS.ma Annunziata n. 2 - Firenze

TUTTI I VENERDÌ ALLE ORE 18,30
PREGHIERA DI RIPARAZIONE
AL SACRO CUORE DI GESÙ
E SANTO ROSARIO

31 gennaio e 1 febbraio Sante Messe Tradizionali a Lugano

Riprendiamo come esemplare anche il testo della Newsletter con la quale il nostro lettore accompagna le sue puntuali segnalazioni a chi può essere interessato e interpellato.

Prossime due S.Messe secondo il Messale di S.Giovanni XXIII
sabato 31 gennaio 2015 - ore 8,00
Santa Messa letta
cappella della Clinica Luganese Moncucco
* * *
domenica 1° febbraio 2015 - ore 16,00
Santa Messa cantata
chiesa di S.Carlo, via Nassa, Lugano

(continua)... Ecco dunque come i fedeli partecipano in modo autenticamente attivo alla S.Messa:

(dal Catechismo Maggiore di san Pio X (punti 665-667) e dall’enciclica “Mediator Dei” di Pio XII)
  • con la modestia della persona, cioè con la presenza decorosa, discreta, raccolta; 
  • con la devozione interiore, cioè l’amore e lo zelo per le cose di Dio; 
  • unendo le proprie intenzioni particolari a quelle di Cristo e della Chiesa: la Gloria di Dio e la santificazione personale; 
  • con la pia attenzione, meditazione e contemplazione del Mistero che viene celebrato;
  • esprimendo nei modi appropriati il proprio consenso interiore a ciò che il ministro compie a nome di Cristo e della Chiesa. 
Se a queste cose si unisce la comprensione dei testi (tramite messalini bilingui), tanto meglio, ma non sono di necessità assoluta. Non v’è dubbio che con la sua essenzialità il rito tridentino favorisce tutto questo senza indurre fuorvianti o equivoche occasioni di distrazione.
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Visita il nostro sito web:
https://scholacantorumsummorumpontificum.wordpress.com/

Un film profetico!

Trama del film: Presso una piccola comunità di monaci irlandesi, contravvenendo alle regole conciliari, si celebra il Rito antico e si confessano i fedeli individualmente. Un giovane prete, inviato dal Vaticano per far cessare questa anomalia, riceve l'invito dal padre priore a condividere la vita della comunità prima di discuterne l'ortodossia. I monaci sono davvero dei gretti tradizionalisti o vivono una fede intensa e genuina che può fare a meno delle formule "moderniste"?

Nell'aprile 2013, avevamo già segnalato su questo blog il film The Catholics (o The Conflict). Ambientata in un futuro imprecisato, dopo un fantomatico Concilio Vaticano IV, la pellicola descrive la persecuzione da parte della gerarchia romana di monaci irlandesi che tornano a celebrare la Messa di sempre. 
La ricordiamo ora di nuovo in quanto è possibile procurarsi una edizione estesa contenente due scene mancanti, entrambe fondamentali per la comprensione del film.
[al 4/2021 non più disponibile! Ho trovato questo nuovo link a Youtube].
La prima è il colloquio tra il p. Kinsella (il commissario) con il padre generale interpretato da Raf Vallone. La seconda è il colloquio tra il p. Kinsella ed il barista nel pub. La somiglianza con la vicenda dei Frati francescani dell'Immacolata è impressionante.

mercoledì 28 gennaio 2015

Supplica filiale a Sua Santità Papa Francesco sul futuro della famiglia

«Sono molto preoccupato e invito tutti i cattolici, laici, sacerdoti e vescovi, a impegnarsi, da oggi fino alla prossima Assemblea sinodale, al fine di mettere in luce la verità sul matrimonio». (Cardinale Raymond Leo Burke, Intervista a Le Figaro. Nostra traduzione qui).
Chi vuole aderire può Cliccare qui

SI NO AHORA, ¿CUÁNDO?

El cardinal Kasper y todos los matones de Bergoglio, movilizados para el Sínodo de la Familia, son absolutamente lógicos y perfectamente coherentes con los principios sobre el ecumenismo introducidos por el Concilio al proponer un nuevo acercamiento ‘pastoral’ al matrimonio. Con la aserción de que « le corresponde a la Iglesia reconocer las semillas del Verbo esparcidas más allá de sus fronteras visibles y sacramentales », vuelven al escenario el párrafo 22 de la Gaudium et Spes [aquí - italiano y aquí - español] y esos elementos de eclesialidad que supuestamente existirían también fuera de la Iglesia. Es lógico y consecuente, pues, pasar del ecumenismo eclesial al ecumenismo matrimonial: según ellos habría entonces elementos del matrimonio cristiano fuera del sacramento. Se contempla de hecho la posibilidad –en conformidad con lo que el Concilio ha hecho con las demás profesiones cristianas e incluso con las religiones no cristianas– de reconocer « elementos positivos » hasta en « formas imperfectas » como el matrimonio por el juzgado y la convivencia. Todo eso en la total ausencia de elementos objetivos de juicios morales, mientras que el no oponerse al mal sino adecuarse a él cabe ahora en la definición –según el nuevo lenguaje de madera– de “valiente elección pastoral” y en el marco de la virulencia revolucionaria que se engendra y que podrá abrir ulteriores escenarios hasta ahora inimaginables.

Il viaggio papale in Sri Lanka e nelle Filippine ha lasciato segni profondi. Il Vescovo di Roma che indossa paramenti altrui e le profanazioni dell’Eucaristia. C’è una logica nella successione degli eventi…

La riposte del martedì di Alessandro Gnocchi [qui]

Gentilissimo dottor Gnocchi,
magari esagero, ma vorrei parlare ancora dell’ultimo viaggio del Papa per chiederle un chiarimento. Nelle immagini che abbiamo visto tutti, specialmente in quelle che mostrano il Vicario di Cristo con rappresentanti di altre religioni, c’è qualcosa che istintivamente mi turba, ma non riesco a mettere a fuoco di che cosa si tratta. Sarei persino tentato di pensare che sono io a vedere il male dove non c’è, ma poi mi dico che tutto quanto vedo ha poco a che fare con il cattolicesimo. Mi può aiutare a capire se c’è qualcosa che non va in queste manifestazioni e, tal caso, di che cosa di tratta?
Grazie per l’attenzione
Piergiorgio Tomassoni
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Caro Alessandro Gnocchi,
a Manila, durante la Messa celebrata dal Papa, abbiamo visto cos’è successo al momento della Comunione: le ostie passate di mano in mano tra i fedeli (alcune pare siano anche finite in terra), senza il minimo rispetto per il Corpo di Cristo. E tutto questo è accaduto in mezzo a una gran gazzarra. Uno spettacolo che mi ha fatto venir da piangere. Ricordo la domenica 3 giugno del 2012, quando Benedetto XVI celebrò la Messa all’aeroporto di Bresso, vicino a Milano. Era la giornata mondiale della famiglia, c’ero anch’io. Eravamo circa un milione, eppure al momento della Comunione tutto si era svolto in ordine, con tantissimi sacerdoti che si erano portati verso i settori in cui erano stati suddivisi i fedeli. Ogni sacerdote era assistito da un chierichetto col piattino e la Comunione veniva data in bocca. Mi viene da chiedermi: dei preti, e tra questi addirittura il Papa, che lasciano succedere quel che è successo a Manila, credono ancora che l’ostia consacrata è corpo di Cristo, o sono lì a sbrigare una faccenda che non li interessa più di tanto? E qui vorrei anche parlare della Comunione data in mano, di tanti ministri “straordinari” che non si capisce a cosa servano, ma non vorrei dilungarmi. Le sarò davvero grato se mi dirà il suo parere. Grazie
Costanzo Scalvi
 Caro Tomassoni, caro Scalvi,
il viaggio di Francesco in Sri Lanka e nelle Filippine ha lasciato segni profondi nelle coscienze di molti cattolici. Ne sono prova le tante lettere che ancora arrivano in redazione e a questa rubrica. Ho scelto le vostre due tra le molte che acutamente puntano l’indice su temi passati in secondo in piano rispetto a quelli rilanciati con clamore dai media.

martedì 27 gennaio 2015

La fine dell'apologetica? E in S.Paolo fuori le mura il papa perde il piviale...

Il Papa, senza il piviale, saluta i rappresentanti ortodossi.
Vedere il filmato sotto
Come ogni anno, il 25 gennaio, si è svolta la celebrazione dei Secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, guidata dal Papa, per celebrare la fine della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani (18-25 gennaio).
Non possiamo non soffermarci su alcuni brani dell'omelia - il cui testo integrale è qui - che trascrivo di seguito limitandomi a due chiose essenziali, dopo la curiosa nota di cronaca, che inserisco qui.
Dal breve filmato, che mostra come il piviale cade dalle spalle del papa, noto un atteggiamento e un incedere più che sciatto, deconcentrato, sbrigativo, lontano da ogni solennità per non parlare di sacralità... Solo una mia impressione soggettiva? 


[...] La donna di Sicar interroga Gesù sul vero luogo dell’adorazione di Dio. Gesù non si schiera a favore del monte o del tempio, ma va oltre, va all’essenziale abbattendo ogni muro di separazione. Egli rimanda alla verità dell’adorazione: «Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità» (Gv 4,24). Tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico e cercando insieme di cogliere in profondità ciò che ci unisce, e cioè la chiamata a partecipare al mistero di amore del Padre rivelato a noi dal Figlio per mezzo dello Spirito Santo. L’unità dei cristiani – ne siamo convinti - non sarà il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno tenterà di convincere l’altro della fondatezza delle proprie opinioni [La Chiesa docens non mai espresso opinioni. La 'dottrina' che nasce dalla rivelazione, è forse un'opinione?]. Verrà il Figlio dell’uomo e ci troverà ancora nelle discussioni. Dobbiamo riconoscere che per giungere alla profondità del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incontrarci e di confrontarci sotto la guida dello Spirito Santo, che armonizza le diversità e supera i conflitti, riconcilia le diversità.
[...] Oggi esiste una moltitudine di uomini e donne stanchi e assetati, che chiedono a noi cristiani di dare loro da bere. È una richiesta alla quale non ci si può sottrarre. Nella chiamata ad essere evangelizzatori, tutte le Chiese e Comunità ecclesiali trovano un ambito essenziale per una più stretta collaborazione. Per poter svolgere efficacemente tale compito, occorre evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi, come pure di imporre uniformità secondo piani meramente umani (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 131). Il comune impegno ad annunciare il Vangelo permette di superare ogni forma di proselitismo e la tentazione di competizione. Siamo tutti al servizio dell’unico e medesimo Vangelo! [Il già pur forse riduttivo subsistit in de la Catholica è un particolarismo o un esclusivismo?]

27 gennaio Giornata della memoria. Facciamo memoria anche di alcune altre cose.

Quanto segue l'ho scritto diversi anni fa. Ma lo ritengo attuale e lo ripropongo oggi in reazione alla sagra di una morale ufficiale unidirezionale che ci sta asfissiando da decenni. Pur senza mancare di rispetto a nessuno, diamoci una regolata e torniamo ad una giusta misura.

Il passato non si cancella, ma non può diventare il sacrario dell'odio

Dal 27 gennaio 2001, in Italia si celebra il giorno della memoria.
Questa celebrazione è stata voluta dal Parlamento Italiano per ricordare gli ebrei sterminati nei lager nazisti. Nella scuola e in molti ambiti della nostra vita civile questa ricorrenza ha avuto e avrà una giusta eco, anche perché fare memoria del male che è dentro l' uomo - e rimane ancor oggi possibile - ha un valore educativo per il presente con la speranza di preservazione da analoghi rischi per il futuro. In termini di giustizia è un atto dovuto forse anche per cancellare l'onta delle leggi razziali.

Una memoria che rischia di diventare dimenticanza

C'è però una dimenticanza che rischia di vanificare questa giornata, che sui media è diventata una settimana e oltre. Si può infatti dedicare un giorno della memoria a sei milioni e mezzo di morti tacendo di altri milioni, vittime dei sistemi comunisti, di altre ideologie o di fondamentalismi di varia natura?

Certo del nazismo tuttora inorridisce il massacro programmato, l'orrore pianificato, la disumanità divenuta drammaticamente 'normale' in quei giorni e in quel contesto: una delle pagine più terribili della storia umana.

L'evento supera i confini nazionali; in un tempo di interconnessione comunicativa come il nostro è inevitabile ed è anche auspicabile una vera coralità. Ma la consapevolezza dell'accaduto e dei pericoli rappresentati da ogni ideologia dovrebbe radicarsi fortemente nelle coscienze e non rimanere confinata al giorno - o al battage - della commemorazione.

Tuttavia io, donna di questo tempo, non posso dimenticare e, senza  perdermi nella citazione di cifre purtroppo altrettanto drammaticamente rimarchevoli, vorrei nominare le vittime delle persecuzioni in URSS, in Turchia (il genocidio degli Armeni), in Cina, in Vietnam, in Cambogia, nell'Est Europeo, quelle in America Latina, quelle in Africa, quelle in Afghanistan, in Iraq, nei Balcani (con riferimento a tutte le etnie coinvolte), nel Sudan, in Timor Est, nel Medio Oriente, non dimenticando i nostri fratelli Cristiani presi di mira ad ogni generazione e gli orrori purtroppo attuali di Isis che non riguardano solo loro. Mi spiace per chi non nomino per ignoranza o per disattenzione.

Per non parlare di altre morti, che ci restano sconosciute perché si perdono nella fretta indifferente di una quotidianità che fagocita le nostre coscienze, frutto di un odio e di una violenza che si manifestano sotto altre etichette o giustificazioni ideologiche o politiche con un sottofondo spesso economico dal travestimento umanitaristico, ma la cui matrice è sempre riconoscibile nello stesso "Male", che presenta facce diverse: odio, divisione, intolleranza, sete di potere, manipolazione, massificazione, strumentalizzazione, indifferenza, che diventano disumanità.

Non è mia intenzione scatenare in questa occasione una polemica sui totalitarismi; vorrei soltanto che il 27 gennaio fosse veramente il giorno della Memoria, e quindi che si accomunassero nel ricordo tutte le vittime del Novecento: il secolo. definito da V. Grossman, della massima violenza dello Stato sull'uomo; ma ad esse vorrei fossero accomunate anche le vittime di ogni generazione che ci ha preceduti nella nostra storia che di genocidi, senza nulla togliere al dramma degli ebrei, ne ha visti e purtroppo ancora ne vede davvero tanti.

La shoah non è un 'luogo' teologico né un dogma

Vorrei anche ricordare che non può restare senza conseguenze asserire che “la shoah” segna “il vertice del cammino dell’odio”, che voleva “uccidere Dio” (Parole pronunciate da un papa ad Auschwitz). Occorre invece respingere la tendenza odierna -che va generalizzandosi sempre di più- di conferire portata teologica e “neo-dogmatica” ad un fatto storico come la shoah. che significa sterminio. quale “nuovo Olocausto”, che sembra addirittura aver rimpiazzato quello di Cristo. Infatti, per la Fede cattolica l’odio di satana ha mosso degli uomini (Sinedrio con il popolo ebraico a lui sottomesso con la connivenza dei dominatori Romani) ad uccidere Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nella sua natura umana. Questo è il vero vertice dell’odio contro Dio, che i veri cristiani, figli del perdono, non prendono a pretesto per demonizzare nessun uomo e nessun popolo -nella specie quello ebraico- né di ieri né di oggi né di domani.
La shoah non è né un “luogo teologico” - che, nella metodologia di Melchior Cano, è un criterio di prova teologica - né un dogma di fede, perché i dogmi di fede hanno per oggetto esclusivamente verità rivelate. Nessun cristiano è quindi tenuto ad enfatizzazioni fuorvianti o al reiterato prodursi di poco dignitose prostrazioni, fermi restando l'orrore e la condanna per l'accaduto.

Non fare della memoria un'ideologia

Da ultimo spero che non si faccia ideologia nel giorno della memoria (non è certo questo l'intento della legge; ma sono sempre possibili strumentalizzazioni di ogni genere, che sarebbero ciniche quant'altro mai) ma che si aiutino i giovani e in fondo tutti noi a comprendere che ricordare il male presente nella storia serve a cominciare a costruire, oggi, un mondo di pace in cui ogni  persona umana ed i valori di cui essa è portatrice, siano il fulcro imprescindibile di ogni convivenza non soltanto formalmente civile, che voglia essere anche "umana" nel senso pieno del termine.  E, se c'è chi non ci crede o chi lo rifiuta, noi sappiamo e riaffermiamo che ciò è possibile solo in Cristo, nostro Signore, l'Unico che realizza in chi lo accoglie la pienezza di umanità redenta e rigenerata per costruire la vera Pace, che non è quella di un generico umanitarismo, ma opera teandrica del Figlio che si concluderà solo alla fine dei tempi, che solo il Padre conosce.
Maria Guarini

13-14 giugno 2015. IV Convegno Summorum Pontificum, un tesoro per tutta la Chiesa

Quest'anno il Convegno Summorum Pontificum si terrà: sarà il IV.
Deo gratias!
Lo avevamo già annunciato qui. Questo sotto è il Manifesto.

Il card. Baldisseri genera confusione, dice 'Voice of the Family'

Segnalato da From Rome [qui].

ROMA, 25 Gennaio 2015: I commenti del Cardinal Lorenzo Baldisseri hanno ulteriormente minato l’insegnamento della Chiesa riguardo all’indissolubilità del matrimonio, ad affermarlo è Voice of the Family, una coalizione internazionale di gruppi pro-famiglia.

Alla conferenza internazionale, organizzata dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, dal’22 al 24 Gennaio è intervenuto il Cardinal Baldisseri, organizzatore del prossimo Sinodo sulla Famiglia. La conferenza mirava espressamente a fornire l’opportunità a 80 gruppi laici di assistere il Pontificio Consiglio per la Famiglia nel fornire suggerimenti per il Sinodo in programma a ottobre 2015.

Il Cardinal Baldisseri ha difeso il diritto del Cardinale Walter Kasper di asserire che i divorziati ricongiuntisi in unioni non riconosciute dalla Chiesa dovrebbero avere il permesso di ricevere la Santa Comunione. Baldisseri, in risposta a un sostenitore pro-famiglia preoccupato, ha comunicato ai delegati che non dovremmo essere “scioccati” dai teologi che contraddicono l’insegnamento della Chiesa. Il Cardinale ha affermato che i dogmi possono evolvere e che sarebbe inutile tenere un Sinodo semplicemente per ripetere quello che è sempre stato sostenuto; ha inoltre suggerito che, per il semplice fatto di esser stato posto 2.000 anni fa, non significa che un paradigma non possa esser messo in discussione.

lunedì 26 gennaio 2015

Anche i Bergogliani sono ormai sconcertati da Bergoglio. (La mia risposta alla canonista sull'invalidità del Conclave 2013)

Riprendo da Antonio Socci [qui]. Rimarchevole il suo accenno esplicito ai due insistenti messaggi che gli arrivano da Oltretevere...
In ogni caso non la metterei tra Bergogliani e non. Il problema va ben oltre. Chi esprime critiche (supportate da argomenti teologici), dissenso e sconcerto non lo fa "contro Bergoglio" perché non è un papa secondo i suoi gusti, ma nei confronti di Simone che non parla da Pietro. Che si tratti di Bergoglio è solo la contingenza di turno. E, se è davvero inusuale  - e forse anche per certi versi può diventare controproducente perché rischia di creare scandalo -, che dei giornalisti e dei laici come noi si ergano a difensori pubblici della Fede, altrettanto inusuale, anomala inedita e ingarbugliata è la situazione, ecclesiale e non solo, che stiamo vivendo e subendo, perché manca totalmente un confronto serio e ineludibile con Pastori che non restino nelle retrovie o nelle sacrestie, o nei meandri Curiali, come i cani muti : « I guardiani d’Israele son tutti ciechi, senza intelligenza; son tutti de’ cani muti, incapaci d’abbaiare; sognano, stanno sdraiati, amano sonnecchiare». (Isaia, 56,10).
Qui non si tratta di sentirsi toccati, come nel caso di molti che hanno vergato parole roventi di critica solo perché si sono personalmente sentiti chiamati in causa come "conigli".
Meraviglia che non si stigmatizzino le critiche mosse da sentimenti personali, per quanto l'espressione possa esser stato infelice e di cattivo gusto, mentre invece si stigmatizzano le nostre che riguardano questioni di Fede fondamentali e ineludibili? Esse non fanno forse parte integrante della nostra persona che ha accolto il Salvatore e Signore nostro? E perché si può criticare il naso da pagliaccio o l'uscita infelice e invece sulle questioni di Fede si dovrebbe tacere? Mi pare che noi la confusione e la distorsione la subiamo e la constatiamo; non siamo noi a crearla... La stessa divisione non è che conseguenza.

Anche i Bergogliani sono ormai sconcertati da Bergoglio.
(La mia risposta alla canonista sull'invalidità del Conclave 2013)

Ci sono due insistenti messaggi che mi arrivano da Oltretevere. Il primo è questo: “Al Conclave è successo di tutto”. Questa voce c’entra – lo vedremo dopo – col secondo messaggio che filtra: “Ormai abbiamo le mani nei capelli”. Una battuta pronunciata da chi era, all’inizio, “bergogliano” e che riguarda il recente viaggio in Asia, ma non solo.

VIAGGIO RIVELATORE

In questi giorni ci sono stati scivoloni papali che hanno fatto clamore e scandalo: quello sul “pugno” a chi dice una brutta parola “alla mia mamma” (incredibile commento alla strage di Parigi per le vignette).

La riforma postconciliare dei libri di canto gregoriano: primavera di creatività

Torna Tonus peregrinus con le sue puntate sulla musica sacra.
Ridotta ad un'immagine che mi viene spontanea, la conclusione che si ricava dallo scritto è che i novatori postconciliari hanno fatto a brandelli una splendida preziosa veste d'alta sartoria, creata su misura e con arte sublime per un evento unico vissuto da una Domina di rango eccelso. Alcuni di questi brandelli sono stati ripresi e adattati alla meglio per la festa di una donzelletta campagnola.
Credo che i musicologi di oggi dovranno esercitare il loro ingegno e le loro capacità nel combattere il degrado attuale, non solo quantitativamente ma soprattutto qualitativamente, ben superiore a quello passato, che pure c’è stato, per effetto delle contaminazioni “mondane” rinascimentali, barocche e operistico-ottocentesche.
Degrado o contaminazioni, di qualunque genere, vanno comunque evitati e combattuti, distinguendo ciò che è propriamente liturgico da ciò che non lo è. Ed è necessario riportare alla luce l’antico vettore della lex orandi, (ri)offrendo al rito la sua dimensione sonora plasmata dalla e nella Actio del Signore. Impossibile, credo, tornare ad una purezza originaria, ma ciò che è appropriato e appartiene alla Santa e Divina Liturgia, va custodito e recuperato con passione e buona volontà. E probabilmente con gradualità, a partire da quanto è realisticamente possibile. Senza l’ottica del minimo sindacale.

La riforma postconciliare dei libri di canto gregoriano:
primavera di creatività

Tra i passi più citati (e inflazionati) quando si parla e si scrive di musica liturgica, e soprattutto della sua crisi in seguito al Vaticano II, si colloca al primo posto, senz’ombra di dubbio, il numero 116 della “Sacrosanctum Concilium” (che qui, per pietà dei lettori, non riportiamo). Meno citato è, ad esempio, il numero seguente, il 117, che qui, a beneficio dei lettori, riportiamo:
“Si conduca a termine l’edizione tipica dei libri di canto gregoriano; anzi, si prepari un’edizione più critica dei libri già editi dopo la riforma di san Pio X.
Conviene inoltre che si prepari un’edizione che contenga melodie più semplici, ad uso delle chiese minori”
Bene. Il passo in questione ci sembra utile per chiarire un paio di aspetti della riforma liturgica seguita al Vaticano II e, nella fattispecie, aspetti che hanno portato, sia pur trattando del tradizionalissimo canto gregoriano, alla devastazione attuale contenendo già in sé stessi, ancorché in forma embrionale, il seme della creativa mens liturgica postconciliare.

sabato 24 gennaio 2015

Omelia del Cardinale Raymond Leo BURKE - Messa votiva Matrimonio della Vergine - 10 gennaio 2015, Roma - San Nicola in Carcere

Traduciamo da NLM [qui], e prontamente condividiamo il testo della stupenda Omelia, pronunciata dal Cardinale Raymond Leo BURKE a Roma, Sabato 10 gennaio 2015 - Basilica di San Nicola in Carcere, dove ha celebrato il Pontificale al faldistorio che abbiamo ricordato qui.
La celebrazione era uno degli eventi nell'ambito della seconda conferenza internazionale delle Confraternite del Clero Cattolico (Roma 5 - 9 gennaio 2015), che ha visto la partecipazione dei cardinali Pell, Amato, Burke e dell’arcivescovo Di Noia.
È stata scelta la Messa votiva del matrimonio della Beata Vergine Maria con San Giuseppe perché tema della conferenza erano il matrimonio e la famiglia, e le questioni relative. (Le letture bibliche: Proverbi 8, 22-35, e Matteo 1, 18-21.)
Occasione per una magistrale e edificante chiarificazione sulla santità fontale del vincolo matrimoniale sacramentale cristiano, anch'esso Redento dal nostro Signore e Salvatore. Di cui far tesoro noi ed i pastori tutti, soprattutto quelli coinvolti nell'Assise sinodale tuttora in corso.

Omelia del Cardinale Raymond Leo BURKE
Messa votiva Matrimonio della Vergine
Sabato 10 gennaio 2015, Roma - San Nicola in Carcere

Celebrando la Messa votiva del matrimonio della Beata Vergine Maria con San Giuseppe, contempliamo nuovamente il grande mistero dell'amore incommensurabile ed incessante di Dio per noi. Nel breve racconto del Vangelo di san Matteo, vediamo come Dio provvede che il suo Figlio unigenito sia incarnato nel seno immacolato della Vergine Maria e, allo stesso tempo, con la sua incarnazione, diventiamo parte della famiglia di Giuseppe e Maria. In altre parole, anche se San Giuseppe e la Vergine Maria si erano sposati prima del concepimento verginale di Dio-Figlio nel grembo di Maria, lo hanno fatto con pieno rispetto per la consacrazione della verginità di Maria a Dio dalla sua giovinezza, l'offerta a Dio della sua verginità consacrata. Ed ancora, San Giuseppe aveva sposato Maria con l'intenzione di onorare, nel corso del loro matrimonio, la verginità consacrata.

31 gennaio. Messa Tradizionale solenne a Verona

Cari Amici,
il prossimo 31 gennaio ricorre la festa di San Giovanni Bosco, quest'anno "speciale" perché nel 2015 cade il bicentenario della sua nascita (qui).

Grazie alla generosa accoglienza dei padri salesiani,

Sabato 31 alle ore 11:00,
Chiesa dell'Istituto Don Bosco
in Via Provolo n.16 - Verona

sarà celebrata una Santa Messa solenne nella forma straordinaria del rito romano, in latino: una Messa, quindi, "come la celebrava Don Bosco", curata da una piccola associazione liturgica in cui gli ex-allievi sono ben rappresentati e che annovera il maestro della gioventù tra i suoi protettori (http://www.sanremigioverona.org).
Sarà una Messa solenne, cantata in gregoriano e accompagnata dall'organo. Chi di voi, in particolare, avesse apprezzato la Messa "in rito antico" celebrata alla fine del 2012 in occasione del passaggio a Verona della reliquia di S. Giovanni Bosco, di certo non dovrebbe mancare alla prossima Messa del 31 gennaio, con la quale onoreremo il nostro Don Bosco con intensità e commozione.

Sarà possibile seguire la S. Messa con sussidi per i fedeli in italiano e latino appositamente predisposti. 

​Coetus Fidelium San Remigio Vescovo
____________________________________
(ampio cortile interno per il parcheggio auto):

-celebrante: Mons. Marco Agostini, Cerimoniere Pontificio
-diacono: Padre Massimo Malfer CO
-suddiacono: Don Francesco Marini
-gregorianista: M.o Letizia Butterin
-organista: Prof. Marcello Rossi
-schola cantorum: Coro Popolare Gregoriano, diretto da p. Marco Repeto C.O.
-servizio all'altare: Coetus Fidelium S. Remigio Vescovo

Gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio alla nostra epoca

Mi segnalano l'articolo, che riprendo di seguito, del Superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, don Pierpaolo Maria Petrucci, pubblicato [qui].

S. Ignazio di Loyola

Dopo la rivolta di Lucifero la sola visione realistica della storia è quella di un immenso campo di battaglia fra le forze del bene e quelle del male: Dio, che nel suo piano d’amore vuole far partecipare alla sua beatitudine le creature razionali, Satana che invece tenta di perderle.
Nella sua caduta l’angelo ribelle trascina «la terza parte delle stelle del cielo» (Ap. 12, 4), esseri splendenti, puramente spirituali e appartenenti ad ogni Coro angelico che, per orgoglio, divengono orribili demoni.
L’azione di Satana si manifesterà poi palesemente dopo la creazione dell’uomo, chiamato a prendere il posto degli angeli ribelli nel Regno dei Cieli, nell’indurlo al peccato originale.

In seguito alla promessa del Redentore, l’azione degli spiriti decaduti, mossi dall’odio a Dio e dall’invidia per gli uomini, si eserciterà in maniera virulenta contro i poveri figli di Eva, eredi di una natura privata della grazia santificante e ferita dalle conseguenze del peccato originale.
Con la Redenzione operata da Gesù per la sua morte in croce ove «appende l’atto della nostra condanna» (Col. 2, 15), Satana subisce una terribile sconfitta ma non desiste dalla sua opera perniciosa per impedire alla Chiesa, nata dal costato aperto di Gesù, di portare agli uomini i frutti della salvezza.

venerdì 23 gennaio 2015

Venerdì - Preghiera di Riparazione.

È già sera piuttosto tardi ma è venerdì e siamo ancora in tempo per la Riparazione. Lo ricordo adesso per chi lo avesse dimenticato. Spero riuscire ad essere più sollecita le prossime settimane. L'iniziativa, com'è ormai noto, parte da qui. Non tutti hanno la possibilità di unire alla pratica suggerita anche il Santo Sacrificio; ma quando non è possibile, penso che al Signore sia gradita anche la buona volontà della preghiera e della sia pur breve adorazione silenziosa.

O Dio, che nella tua misericordia ti sei degnato di elargire i tesori infiniti del tuo amore nel Cuore del Figlio tuo, trafitto per i nostri peccati, concedi che, rendendoGli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere anche l’ufficio di una degna riparazione
Pertanto: ripariamo! Affrettiamo il trionfo della Chiesa di Cristo: torni quanto prima a risplendere della luce del suo Signore nelle parole e nella vita dei suoi figli, perché il mondo creda.

Cor Iesu Sacratissimum, adveniat Regnum tuum!

Come praticare la preghiera di riparazione: ogni venerdì (possibilmente), dopo aver detto l’Atto di Offerta “Cuore Divino di Gesù”* ponendo come intenzione “in riparazione dei peccati contro il vostro Cuore sacratissimo”, recitare il S. Rosario a cui far seguire le Litanie del S. Cuore di Gesù con relativa orazione. Nei limiti delle possibilità, questa pratica si faccia davanti al SS. Sacramento o comunque si sosti almeno un quarto d’ora davanti al tabernacolo in adorazione ed espiazione. In caso di particolare necessità, verranno suggerite ulteriori forme di riparazione e di penitenza, secondo il principio dell’agere contra.
_________________________
* Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen.

E.M. Radaelli. Magistero infallibile e Magistero fallibile della Chiesa. La mia Risposta a Radio Spada.

Ringrazio il prof. Enrico Maria Radaelli, per averci resi partecipi di uno scritto nel quale, rispondendo a Radio Spada, coglie l'occasione per sviluppare e approfondire una questione centrale nell'attuale temperie ecclesiale: la distinzione tra Magistero infallibile e Magistero fallibile della Chiesa. Possiamo dunque cogliere l'opportunità di situarci nel dibattito tra studiosi, ma soprattutto di far tesoro di un discorso che coglie alle radici le cause - indicando la soluzione - dell'ermeneutica dell'equivocità, la sola, a prevalere di fatto. E ciò nonostante tentativi più o meno felici di trovare uno snodo, finora inascoltati quanto perfino disdegnati, che permetta di uscire dalle paludi dottrinali de-dogmatizzanti. È questo "il dibattito teologico su cui sono imperniate, oggi, le sorti della Chiesa". Su questo siamo chiamati a riflettere e misurarci, nella speranza e nell'attesa che pastori in ascolto riprendano il testimone e ne facciano l'uso dovuto. Il contenuto è lungo e denso; per cui ne metto a disposizione [qui] il testo in pdf, per chi vuole scaricarselo per una lettura più agevole e meditata. E qui il link all'articolo sul sito dell'Autore.
Mi limito a richiamare l'attenzione sull'unica soluzione, da Radaelli ritenuta possibile per metter fine a quella che egli chiama “La Grande Guerra delle Forme”, o “Guerra delle due forme”, evidenziata dall’incresciosa lotta che imperversa da cinquant’anni tra la forma di un magistero ‘pastorale’ che oggi parrebbe in tutto sottratto al dogma, suo imprescindibile principio informatore, e per questo oggi più fallibile che mai, e la forma dell’unico magistero dichiaratamente infallibile della Chiesa, quella dogmatica. Dunque ora l'Autore:
  1. dopo aver chiarito come i fedeli si devono comportare davanti a un magistero pastorale e davanti invece a quello dogmatico;
  2. rileva che dal Vaticano II, invece, i Pastori vogliono che i fedeli obbediscano al magistero pastorale come al dogmatico;
  3. sfida allora quei Pastori a fare un'ordalia: se ciò che affermano a livello pastorale va obbedito come fosse il dogmatico, provino ad affermarlo allora anche a livello dogmatico: se riescono, i fedeli obbediranno, ma se non riescono, sia anàtema sulle loro affermazioni.
Infatti Radaelli ritiene che l'unico modo per uscire da questo esiziale contrasto, che è innanzitutto una contraddizione - già prefigurato in La Chiesa ribaltata [qui] (pp. 300-3) - sia quello di far venire allo scoperto il fronteggiarsi delle due forme di magistero: un’ordalia dunque - egli conclude - un deciso e netto giudizio divino, che ponga fine a una lotta fratricida che troppo si è lasciata durare, e che riporti finalmente la Chiesa alla sua divina pace: pace di verità. Nelle sue parole conclusive la consapevolezza di quanto sia alta la posta in gioco:
«Oggi la posta in gioco, in vista del Sinodo ordinario sulla famiglia dell’ottobre 2015, e, più ancora, delle decisioni finali che Papa Francesco si riserva di prendere subito dopo, è senz’altro decisiva, è universale, è per la Chiesa e per tutto il mondo decisamente vitale. Dimostrare che le scelte che ne usciranno sono davvero non solo in linea con i giudizi umani, fossero anche i più alti e consigliati, ma con il giudizio di infallibile e divina verità di Nostro Signore Gesù Cristo, ecco: dimostrare proprio questo fatto inequivocabile porrà la Chiesa – e il mondo – al riparo da ogni reale o anche solo ipotetico errore, in quella limpida e soprannaturale sicurezza che si rivela necessaria quando si è davanti ai momenti estremi, ai momenti decisivi».
Se devo essere sincera credo che l'unica mens subtilis capace di provare (non dico di riuscire) in un'impresa del genere potrebbe essere quella di Joseph Ratzinger. Ma a suo svantaggio stanno le sue dimissioni, formalmente valide, ma tanto inedite quanto anomale, sotto l'aspetto dei nodi non sciolti sul munus dimidiato in attivo e contemplativo - esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto teologico - e dunque dell'istituto di un papato-bìfido, con la figura del Papa emerito non supportata da alcun argomento né teologico né canonico. (Maria Guarini)

Custos, Quid de Nocte?

INDICE.
1. Premessa. 2. Il mio pensiero sul magistero della Chiesa. 3. Il pensiero del mio Confutatore come esposto da 'Radio Spada'. 4. Magistero infallibile (o 'Depositum fidei'). L’esempio della mosca. 5. Magistero fallibile (o 'autentico', o 'pastorale'). Il caso delle ‘verità connesse’ al Depositum fidei. 6. Il dogma, essendo la forma delle ‘verità connesse’, è anche la forma delle leggi liturgiche, della Liturgia. 7. Come una ‘conclusione teologica di fatti dogmatici’ possa passare da ‘verità connessa’ a infallibile dogma. 8. Esempio di quel magistero fallibile (o 'autentico', o 'pastorale') che alcuni pensatori e teologi cattolici ritengono effettivamente fallato. 9. Sui concetti di 'magistero autentico' e di 'magistero pastorale'. 10. La strategia di chi vuole dare la comunione a conviventi e divorziati e il magistero 'pastorale'. 11. Obbedienza o disobbedienza. Religioso ossequio o invece religiosa resistenza. 12. C’è un dogma che stabilisce che Gesù Cristo, oltre che Redentore degli uomini, è anche loro Legislatore. Eccolo. 13. CONCLUSIONE: LE DUE VIE INDICATE DALLA CHIESA PER STARE ALLA REALTÀ VANNO SEGUITE ENTRAMBE. CIASCUNA NEL SUO PRECISO AMBITO, SENZA CONFONDERLE. 14. Una proposta per por fine alla “Grande Guerra delle Forme” che imperversa da cinquant’anni nella Chiesa.

giovedì 22 gennaio 2015

'Trionfo del Cuore Immacolato' - Ciclo di conferenze a Perugia

Ciclo di conferenze sulle apparizioni mariane organizzate dall'Associazione San Michele Arcangelo di Perugia, che si svolgerà a partire da sabato prossimo 24 gennaio fino a maggio, una volta al mese, secondo le date e gli orari riportati nella locandina riportata qui sotto.

Lettera di un parroco a Papa Francesco

Su segnalazione di Luisa, che ringrazio, traduco il testo che segue dal blog francese Benoit et moi, che lo presenta come una testimonianza che si aggiunge a numerose altre su siti italiani o di sfera  ispanofona e anglofona. 

«Santo Padre,
Un giorno ha detto le è capitato di parlare prima di pensare. Questo è ciò che preoccupa noi sacerdoti che esercitiamo il nostro ministero in un contesto spesso difficile. Ciò fa sì che non facciamo solo fatica a comprenderla ma ci è sempre più difficile seguirla.
Fin da quando è stato scelto per succedere all'apostolo Pietro, non ha mai cessato di pronunciare discorsi offensivi.
Ha lanciato frecciate contro i fedeli che amano la liturgia della Chiesa con dignità, contro i suoi più stretti collaboratori tra i cardinali della Curia, contro semplici sacerdoti, e più recentemente contro i genitori di famiglie numerose. Forse sperava di far ridere confrontandole con i conigli. Ha fatto cilecca: ha avuto un certo successo solo presso i giornalisti desiderosi di "scoop" e che si beffano della Chiesa e sì, al tempo stesso, ha ferito molte famiglie cattoliche.

IV PELLEGRINAGGIO "Populus Summorum Pontificum" 2015

IV PELLEGRINAGGIO "Populus Summorum Pontificum" 2015
ecco le date


mercoledì 21 gennaio 2015

A. Gnocchi. Cattolici conigli, grazia dell’interreligiosità… No, grazie. Preferisco restare cattolico

Nel condividere la riflessione di Alessandro Gnocchi che pubblico di seguito, inserisco, per comodità di consultazione dei lettori, le parole dell'esternazione di Bergoglio sulla procreazione, da Gnocchi commentata nell'incipit, con una piccola chiosa: «Questo non significa che il cristiano deve fare figli in serie. Io ho rimproverato alcuni mesi fa una donna in una parrocchia perché era incinta dell’ottavo dopo sette cesarei. “Ma lei vuole lasciare orfani sette?”. Questo è tentare Dio. Si parla di paternità responsabile. Quella è la strada: la paternità responsabile [...]». [qui testo integrale]
Secondo me, in riferimento a questo esempio concreto, non è sbagliato riferirsi alla paternità responsabile. Il problema sta:
  1. nel fatto che ha agganciato la paternità responsabile anche a "quel che dicono i tecnici" ed a un dato sociologico: «Io credo il numero di 3 per famiglia che lei menziona, credo che è quello che dicono i tecnici: che è importante per mantenere la popolazione, no?».
  2. e che ha tirato fuori - e lo ha fatto grossolanamente, come un pastore e tanto meno un papa mai dovrebbe fare - un caso limite presentato come emblematico di cattolici che non sono conformi alla sua visuale. Uno dei tanti 'episodi', alcuni evidentemente di suo conio e strumentali al suo discorso: casi limite che fa arbitrariamente assurgere ad emblema di ciò che disapprova...
In questo modo ha fatto sì che si sentano disprezzati e sorpassati tanti padri e madri di famiglia eroici e generosi. Dov'è la misericordia oltre che il rispetto di costui, riservato solo agli infedeli, quelli veri? Così come fa sentire disprezzati e sorpassati noi e tutti coloro che amano e custodiscono la tradizione e l'autentica cattolicità romana. Lo dimostra anche l'enfasi su una inter-religiosità - sganciata da Cristo Signore de facto se non de jure - che viene inesorabilmente e acriticamente, da parte dei più, assorbita nella prassi. Cose mai viste né udite, né tanto meno ipotizzabili, dal Soglio di Pietro. (M.G.)

LA “HUMANI GENERIS” DI PIO XII: IL TERZO SILLABO

Il più recente articolo di don Curzio Nitoglia. Lo ritengo basilare per comprendere l'attuale temperie ecclesiale. E lo ringrazio per averci inviato l'originale, che ci consente di riportare le note che non figurano nel suo sito.

Introduzione

Qualcuno non pago di accusare di liberalismo la dottrina sociale di Pio XII si spinge addirittura a criticare come moderata e progressista la Humani generis, che invece viene definita comunemente “il terzo Sillabo, dopo la Pascendi”, vediamo se tale accusa contenga un fondamento di verità.

La Pascendi e la Humani generis

Se si studia il significato dell’Enciclica Humani generis (12 agosto 1950) e la si mette in rapporto con la Pascendi di S. Pio X (8 settembre 1907), si costata che quest’ultima condanna il modernismo classico, il quale voleva sposare il dogma cattolico con la filosofia moderna (da Cartesio a Hegel), mentre la prima condanna la tentata conciliazione del cattolicesimo addirittura colla filosofia nichilistica contemporanea o post-moderna del Novecento (da Nietzsche e Freud allo Strutturalismo odierno).

martedì 20 gennaio 2015

Se lo chiede il vaticanista del Telegraph su Blogs.Spectator

In questa temperie, visualizzo un vecchio gentiluomo bavarese che tiene la testa fra le mani e si chiede: «Signore, era davvero quel che volevi?».
(Damian Thompson) by Benoit et moi

AVVISO ai naviganti

La Newsletter di Chiesa e post-concilio

Vi informo che sulla colonna di destra del blog ho inserito la possibilità di ricevere via mail, la Newsletter dei testi pubblicati.

Basta indicare la propria mail e digitare "submit". Inviando poi la conferma dalla mail ricevuta.

Gli Errori dell’Ecumenismo

Che ne pensate del testo che segue? È di un sacerdote, che mi spiace voglia conservare l'anonimato. Comprensibile con l'aria che tira; ma doloroso da accettare per noi fedeli. Ho inserito alcune osservazioni in nota.
Tre testi di Mons. Gherardini : sul valore magisteriale del Vaticano II [qui], sul magistero [qui] e Su Chiesa - Tradizione - Magistero [qui]. E un testo di Paolo Pasqualucci [qui].

Gesù, avvicinatosi, disse loro: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Matt. 28:18-20)
Nostro Signore Gesù Cristo non misurava le Sue parole. Il testo qui sopra, tratto dal Vangelo secondo Matteo, le parole che provengono dalla bocca del Nostro Divino Salvatore, incolpano il Concilio Vaticano Secondo di errore contro la Fede Cattolica. È quello che, dopotutto, è contenuto nel Terzo Segreto di Fatima, come disse il Cardinale Ciappi: “Nel Terzo Segreto (di Fatima), viene predetto, tra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa comincerà dal suo vertice.
Sappiamo dalle profezie di San Francesco d’Assisi, predetta centinaia di anni fa, che vi sarà un Anti-Papa. Egli sarà un eretico. Non possiederà la Fede Cattolica. E cercherà di distruggere la Chiesa, riformandola con una nuova riforma.
In pratica, la rivolta contro la legge di Dio ha avuto il suo inizio quando il Concilio ha proclamato l’errore dell’Ecumenismo.
Ora vi saranno alcuni cosiddetti conservatori che si affretteranno ad obiettare, dicendo: “come puoi dire una cosa del genere? Dopo tutto, tutti i Concili Ecumenici sono infallibili, e così lo è il Concilio [Vaticano II: è il 21°] non può sbagliarsi, non può insegnare l' errore.”

Mons. Negri: «I cristiani che si vergognano delle Crociate sono succubi del laicismo dominante»

L'articolo cui replica Mons. Negri si riferisce ad un dialogo-intervista con alcuni giovani belgi, nel quale il Papa – parlando della missione di ogni cristiano – aveva esortato i presenti a testimoniare la fede “con semplicità. Perché se tu vai con la tua fede come una bandiera, come le crociate, e vai a fare proselitismo, quello non va”.

Un'affermazione che fa il paio con lo scivolone sul “pugno promesso a chi offende sua madre”, che ha fornito un incredibile assist alla violenza degli islamisti, che per loro legittima l'uccisione di chi offende Maometto dal momento che "Maometto è più prezioso della madre". Anche se ha fatto un po' di marcia indietro - dice Socci - forse perché è stato fraternamente criticato dall’amico Scalfari nel suo editoriale di domenica. chiedendosi “come faranno ora a fare marcia indietro tutti quegli zuavi pontifici che – col solito zelo – si erano messi a giustificare la reazione violenta all’insulto verbale” ma aggiungendo che “il papa argentino ha fatto la toppa peggio del buco perché – per rimangiarsi la gaffe – ha detto che “in teoria” il Vangelo dice che non si deve rispondere con la violenza: “in teoria”, ha sottolineato, mentre in pratica la vita è diversa (“siamo umani”… invece Gesù no?). E così il Vangelo diventa una “teoria” di un sognatore… S’intende dire che queste “teorie” non vanno prese troppo sul serio? A prenderle troppo sul serio si rischia di diventare “tradizionalisti” e “letteralisti” (per usare due categorie negative con cui Bergoglio al Sinodo colpì coloro che si opposero a Kasper)? [qui]. E sempre Socci riferisce: “ma come? Per una vignetta provocatoria vanno bene i pugni, mentre davanti all’uccisione di migliaia di cristiani propone il dialogo?” [qui].

La puntualizzazione di Mons. Negri non è recentissima. Ne avevamo già parlato qui - e anche qui avevamo riportato la sua iniziativa: «No al dialogo ad ogni costo» in occasione delle stragi dell'Isis. Tuttavia vale la pena riprendere per intero la comunicazione dell'Arcivescovo per richiamarla alla memoria dei più renitenti, visto che gli eventi che incombono danno la stura a molti scritti e interventi sulle crociate, che riflettono quasi sempre l'ideologia di chi li veicola. (M.G.)

20 gennaio. S. Andrea delle Fratte - Anniversario apparizione della Vergine ad Alfonso Ratisbonne

N. Musio - Maria appare ad Alfonso Ratisbonne

Giovedì 20 gennaio 1842 verso le 12.45, il giovane Alfonso Ratisbonne accompagna, per pura cortesia, l’amico Teodoro de Bussière nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte in Roma. Mentre l’amico è in colloquio con il Parroco, Alfonso visita curioso, con sguardo freddo ed indifferente la Chiesa, dove si stanno facendo i preparativi per il funerale del conte di Laferronnays.
Passati non più di 10 minuti, rientrato in Chiesa, l’amico Teodoro trova Alfonso inginocchiato davanti alla cappella di S. Michele, profondamente assorto, quasi in estasi.
«Ho dovuto toccarlo tre o quattro volte – scrive due giorni dopo al fratello di Alfonso – e poi finalmente volse verso di me la faccia bagnata di lacrime, con le mani giunte e con un’espressione impossibile a rendersi... Poi estrasse dal petto la Medaglia Miracolosa, la coprì di baci e di lacrime e proferì queste parole: “Ah! Come sono felice, quanto è buono Dio, che pienezza di grazia e di felicità!”». (1)
Passata la commozione del momento, Alfonso viene accompagnato prima in albergo e poi nella Chiesa del Gesù, dal Padre Filippo Villefort che gli ordina di raccontare quanto ha visto e sperimentato.

lunedì 19 gennaio 2015

Etiam si omnes, ego non - (Hasta si todos... yo no)

(1Pt 5, 8-9) cui resistite fortes in fide:
scientes eamdem passionem ei quae in mundo est vestrae fraternitati fieri
Resístanlo firmes en la fe,
sabiendo que sus hermanos dispersos por el mundo padecen los mismos sufrimientos que ustedes. 

Contesto a un lector acerca de una cuestión muy debatida en varias arenas –no sólo mediáticas– y aprovecho la ocasión para hacer un balance de la situación.
Escribe “Quesito”, 20 de octubre, h. 22:33
Mic, he leído a alguien que aseveraba que, hace siglos, nadie sabía lo que decía el Papa, no se conocía siquiera su propio aspecto. La fuente de su fe era la tradición que habían recibido, eso es, sustancialmente, la Revelación.
No es justo hacer de Francisco la causa de la ruina de la Iglesia, que viene de muy lejos.
En lugar de discutir siempre sobre lo que dice el Papa, como si él fuera la causa de la ruina definitiva de la Iglesia, ¿por qué no se puede uno preocupar de vivir como buen católico?
El hecho de que, en otras épocas, la figura del Papa no fuera tan popular y directamente influyente sobre los fieles se debe evidentemente a la ausencia de las modernas tecnologías, que permiten que los sucesos y las informaciones sobre ellos se difundan y estén disponibles en tiempo real. Las formas de comunicación, los tiempos y ritmos de vida diferentes tienen sus efectos.

Il messaggio della filosofia di Roma antica all'uomo d'oggi - Marco Aurelio

È il terzo, della serie di articoli dedicati da don Curzio Nitoglia alla filosofia romana, per trarne insegnamenti validi ancor oggi all’uomo contemporaneo soprattutto europeo, che ha smarrito le sue radici intellettuali, morali ed etniche e ha fatto propria la contro-filosofia soggettivista moderna e nichilista post-moderna.
Precedenti: Lucio Anneo Seneca - Marco Tullio Cicerone.

MARCO AURELIO

L’imperatore Marco Aurelio Antonino fu un ammiratore dell’ex schiavo e deforme divenuto liberto e filosofo (di cui parlerò prossimamente) Epitteto. La filosofia stoica conosce con lui il suo culmine e la sua fine.
Egli restringe la filosofia, come e forse più di Seneca, alla morale vista senechianamente alla luce di una forte religiosità che prelude al cristianesimo. Tuttavia dopo la sua morte anche questa religiosità filosofico/morale non appagava più, “l’uomo anelava oramai ad una fede superiore” (G. Reale, Storia della filosofia greca e romana, Milano, Bompiani, 2004, 6° vol., p. 384).

Contingenza e monotonia del mondo
Il messaggio dell’imperatore filosofo si impernia sulla caducità, contingenza, finitezza, limitazione delle cose umane. Il loro inesorabile passare, finire, svanire; la loro monotonia, la loro insignificanza e nullità, che lasciano l’animo umano aperto a qualcosa di più grande e trascendente.

domenica 18 gennaio 2015

Il Brunei cancella il Natale

A proposito di reciprocità e a confronto col calabraghismo dell'Occidente. Marco Tosatti su La Stampa [qui].

Il Brunei, un Paese musulmano dell’Asia sud-orientale, ha proibito l’esposizione pubblica di tutto ciò che riguarda il Natale. Il Ministero degli Affari religiosi, riferendosi a “Decorazioni di Natale, figure di Babbo Natale e personale di vendita vestito come Babbo Natale” ha dichiarato che “I musulmani dovrebbero stare attenti a non seguire celebrazioni del genere, che non sono in nessun modo collegate all’islam”.
“Ai musulmani è proibito imitare costumi e pratiche di altre religioni che siano collegati a questioni di fede”. E continua: “Nel frattempo, i fedeli di altre religioni che vivono sotto le regole del Paese islamico possono praticare la loro religione e celebrare le loro festività religiose all’interno della loro comunità, a condizione che le celebrazioni non siano esposte o siano rivelate pubblicamente ai musulmani”.
Il Ministero conclude: “L’atto di manifestare pubblicamente festività di altre religioni diverse dall’islam può essere interpretato come una diffusione di religioni diverse dall’islam, e può costituire una violazione di legge”. I due terzi della popolazione sono musulmani; gli altri sono cristiani o buddisti.
Nell’aprile scorso il Brunei ha deciso di accogliere la shari’a come legge dello Stato, diventando così la prima nazione dell’Asia del Sud-Est a applicarla a livello nazionale.

Recenti flash dell'ultimo viaggio papale

Non intendiamo continuare ad insistere con una cronaca martellante; ma anche certi dettagli banali solo per la superficialità e il narcisismo mediatici, servono a mostrare -a chi vuole rendersene conto- gli aspetti di una crisi ineludibile. Molto più significativo è l'articolo di Roberto Dal Bosco pubblicato stamattina [qui].
Sono incerta sulla foto a lato perché il gesto -dicono- nelle Filippine ha il significato di "I love you"; quindi meglio soffermarsi su cose più importanti.
Ricordiamo Giovanni Paolo II e la disinvoltura informale ma dignitosa, naturaliter appartenente, senza ostentazioni, alla sua personalità molto comunicativa. A parte qualche incontro ravvicinato con santoni di vario genere; ma  egli non arrivava a tanto, soprattutto in riferimento a quanto riportato di seguito, dopo la citazione delle dichiarazioni del cardinale Luis Antonio Gomik Tagle, arcivescovo di Manila, ripreso in questa immagine a fianco del papa nelle Filippine. Il cardinale -ricordiamo- è uno dei presidenti del Sinodo straordinario sulla famiglia, che in un'intervista al Mattino rilevava:
«La rivoluzione, di Papa Francesco è solo agli inizi». Tagle prosegue «Mi aspetto un Sinodo dove si discuta con franchezza, onestà intellettuale, che parli alla Chiesa e al mondo». Accoglierebbe nella Chiesa le coppie non sposate? «Nelle Filippine, ogni anno celebriamo, per ben quattro-cinque volte, il matrimonio delle coppie non sposate. Per noi non è una sorpresa. Noi annunciamo il Vangelo» [qui].
Mentre [qui] c'è il video, da cui è tratta l'immagine, delle battute e delle risate nel momento meno appropriato: nella Cattedrale di Manila, la proclamazione del Santo Vangelo durante un evento sacro e solenne qual è la Liturgia.
Che dire? Certamente banalizzazione, desacralizzazione forse giunte al limite del tollerabile, se si è consapevoli della levatura morale e spirituale dell'Alta funzione del Papato, di costituzione divina.