Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 28 febbraio 2015

Chiesa e preti senza carita’ : “perché non c'era posto per loro”

Riprendo, da MiL, l'ennesima denuncia dell'ostracismo dei misericordiosi. ne avevamo parlato qui.

Una ( triste ) realtà dei nostri ( tristi) giorni.
C’era una volta in una ridente città di provincia un bel gruppo di fedeli, variegato per età e per condizione sociale, unito dall’entusiasmo comune di lodare Dio con le espressioni liturgiche dei loro padri.
Pregavano assieme ad un piccola comunità di frati : perfetta attuazione dell’ideale “cor unum” di cui tanti parlano ma che pochi riescono ad attuare.
Due anni fa in piena estate comunicarono ai fedeli che i fraticelli non avrebbero più potuto celebrare la Messa antica …
La Provvidenza Divina volle però che la celebrazione della S.Messa Gregoriana non subisse interruzione alcuna in quella città e in quella chiesa : ai frati "impediti" infatti subentrò  un giovane e bravo prete venuto “dalla fine del mondo” che, grazie al suo indiscusso carisma e alle belle ed ispirate omelie, ha fatto pure raddoppiare il numero dei fedeli (anche da località  lontane)   .
Il gruppo cresceva e si rendeva meritevole di bellissimi gesti di carità verso Dio (culto) e verso i bisognosi.

Torino. II Domenica di Quaresima Tradizionale “Reminiscere”

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)
Domenica 1 marzo 2015, ore 17,00
S. Messa cantata in forma straordinaria (messale latino/gregoriano del 1962 di S. Giovanni XXIII)
II Domenica di Quaresima “Reminiscere”
Santuario di San Giuseppe
V. S. Teresa, 22 - TORINO

Programma musicale della celebrazione:
Proprio gregoriano del giorno parzialmente salmodiato Kyriale delle domeniche di Avvento e Quaresima (XVII, Kyrie t. 6) –– Credo IIIParce Domine (responsorio gregoriano) – Ave Verum (antifona gregoriana) – Attende Domine (responsorio gregoriano) - Ave Regina Coelorum (t. simplex) – Tu es Petrus con versetti e oremus (nella ricorrenza della Cattedra di S. Pietro) - Pietà Signor (Inno di L. Perosi)

II Domenica di Quaresima Tradizionale a Viguzzolo

Domenica 1 marzo 2015 - ore 17.00
Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta
Via Roma 2, Viguzzolo (AL)

SANTA MESSA CANTATA
PER LA II DOMENICA DI QUARESIMA
nella forma straordinaria del Rito Romano Antico

ORDINARIUM MISSAE:
Missa Orbis Factor (gregoriano)
Credo 3 (gregoriano)

PROPRIUM MISSAE:
Introitus: Reminiscere (gregoriano)
Graduale: Tribulationes (gregoriano)
Tractus: Confintemini Domino (gregoriano)
Offertorio: Meditabor in mandatis tuis (gregoriano)
Christus factus est (M. Asola)
Communio: Intellige clamorem (gregoriano)
Cristo ver uomo e Dio (Lauda)
Finale: Anime affatigate e sitibonde (Lauda)

Il servizio musicale della celebrazione liturgica sarà curato da:
Associazione Musicale “Audite Nova”, Voghera (PV)
Direttore - Mario Giaccoboni

28 febbraio. A due anni dalle dimissioni: Giornata di preghiera

Fonte: La Vigna del Signore

venerdì 27 febbraio 2015

Venerdì. Preghiera di Riparazione

Ricordo che oggi, Venerdì, è il giorno della Preghiera di Riparazione.
O Dio, che nella tua misericordia ti sei degnato di elargire i tesori infiniti del tuo amore nel Cuore del Figlio tuo, trafitto per i nostri peccati, concedi che, rendendoGli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere anche l’ufficio di una degna riparazione
Pertanto: ripariamo! Affrettiamo il trionfo della Chiesa di Cristo: torni quanto prima a risplendere della luce del suo Signore nelle parole e nella vita dei suoi figli, perché il mondo creda.
Per comodità di chi legge e per chi conoscesse l'iniziativa solo solo ora, invito a leggere qui (preghiere e alcune indicazioni).

Ci prepariamo al cinquecentenario

Esistenzialmente periferico [qui] semplice, diretto, efficace.

  • 31 ottobre 1517: Martin Lutero si rifugia nell'eresia. 
  • 15 giugno 1520: papa Leone X minaccia di scomunica Lutero, con la bolla Exsurge Domine, se quest'ultimo non avesse ritrattato entro 60 giorni le sue eresie. 
  •  3 gennaio 1521: papa Leone X, con la bolla Decet Romanum Pontificem, scomunica finalmente Lutero.

Pertinaci chiusure che sembrano andare contro corrente

C'è chi continua imperterrito a distribuire dal web patenti di eresia dove non dovrebbe. E non gli è bastato che ciò - insieme ad altro - gli sia costato l'adesione di mons. Antonio Livi ad  un certo sodalizio. 
Poiché è citata come fosse verità rivelata l'ultima infelice mossa di mons. Semeraro, vescovo di Albano [qui], già confutata con un Comunicato ufficiale [qui], osserviamo come il vescovo evoca il problema canonico, che diventa la foglia di fico per nascondere l'ortodossia della FSSPX ed eludere i rischi di eresia post-conciliari. Chiavistello che non vuol discutere la dottrina, mentre la Fraternità Sacerdotale di San Pio X non fa altro che manifestare pubblicamente in maniera tenace e ardente i fondamenti della fede, senza averne cambiato uno iota.
Cos'è dunque che farebbe addirittura equiparare, con evidente capziosità basata sul nulla la Fraternità al modernismo, autentica eresia che sta dilaniando la Chiesa del nostro tempo? Sono incongruenze che non abbiamo mancato di rilevare in precedenti articoli. Ma si preferisce sparare a zero su quanto non rientra nella propria visuale, con la tattica già ben evidenziata qui dalla nostra lettrice Anna, che riguarda sia le persone che alcuni ambiti ecclesiali presi di mira con ostinata protervia.
« Certe strategie dialettiche si pongono come strumenti di confusione che mirano, nella discussione ad evitare di entrare nel merito delle questioni, gravi, che dividono il mondo cattolico (falso/vero) in materia di fede e di morale, spostando l’attenzione dall’oggetto della discussione alla persona che discute, la quale viene catalogata, inserita in una categoria, creata artatamente al fine di potere stigmatizzare la categoria (e dunque l’interlocutore nella quale viene inserito o nella quale l’interlocutore stesso si auto-inserisce), attraverso l’attribuzione ad essa di connotazioni negative di tipo ideologico e più spesso psicologico-spirituale-comportamentale ».
Per ripareggiare la verità, riproponiamo di seguito le mie considerazioni dell'epoca, che restano di pertinente attualità, integrate con i fatti che rivelano sviluppi più recenti che vedono coinvolta anche la Congregazione per la dottrina della fede, che ci auguriamo possa ancora contare qualcosa nella liquidità che ci sta sommergendo. È solo per grazia che non siamo in apnea.

Una strana chiusura che sembra andare contro corrente

Sembra essersi scatenata una campagna contro la Fraternità di San Pio X in palese controtendenza con le recenti aperture dell'Ecclesia Dei, nella persona di Mons. Pozzo. A queste aperture, dobbiamo aggiungere, ben più recentemente, la visita di Mons. Schneider al Seminario di Winona [qui] e quella del Cardinale Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, al Seminario di Zaitzkofen Herz Jesu (Germania). Non dimentichiamo che questi incontri costituiscono ufficialmente le modalità in cui proseguono gli scambi dottrinali tra la Fraternità San Pio X e le autorità romane «in un quadro più ampio e meno formale degli incontri precedenti», secondo la decisione presa nel corso della riunione di Mons. Fellay con il cardinale Gerhard Ludwig Müller Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 23 settembre 2014. Questi incontri sono l'occasione per i visitatori di conoscere maggiormente la Fraternità San Pio X e rendersi quindi meglio conto del lavoro svolto dalle opere della Tradizione.

Tornando alla questione Semeraro, notavo come la stampa enfatizzasse la Notificazione ai parroci sulla «Fraternità San Pio X» del Vescovo di Albano, che non faceva altro che dare la fotografia della situazione dal punto di vista dell'ancora non raggiunta regolarizzazione canonica, ma determinava improvvide sanzioni nei confronti dei fedeli, senz'alcun fondamento canonico.

Anche allora eravamo di fronte ad una campagna mediatica [qui], che chiamava in causa, con titolone ad effetto, direttamente il Papa. Non sappiamo fino a che punto - ora come allora - sia falsificazione della realtà o una comunicazione indiretta e, come tale, comunque malsana. Che da parte del vescovo ci fosse difetto di accoglienza era cosa nota. Ma i toni sono decisamente fuori luogo. Tra l'altro, a ben vedere anche in un'ottica conciliare, il vescovo si arroga prerogative anti-ecumeniche perché il tipo di "reditus" - che per come si esprime lui è rieducazione alla luce del Vaticano II - non viene richiesto né agli anglicani né ai luterani né agli ortodossi. Cito dalla Notazione:
« [...] Pertanto qualunque fedele cattolico che richiede e riceve Sacramenti nella Fraternità San Pio X si porrà di fatto nella condizione di non essere in comunione con la Chiesa Cattolica. Una riammissione nella Chiesa Cattolica dovrà essere preceduta da un adeguato percorso personale di riconciliazione, secondo la disciplina ecclesiastica stabilita dal Vescovo [...]».
Aggiungo: L'ultimo documento magisteriale, che sancisce la dottrina tradizionale sull’ecumenismo prima del Decreto conciliare Unitatis Redintegratio, è la Instructio de motione oecumenica (Santo Officio, 20 dicembre 1949: in AAS, 31 gennaio 1950) che riprende l’insegnamento di Pio XI nell’enciclica Mortalium animos. Nell’Unitatis redintegratio l’Instructio del 1949 non è mai citata e non lo è neppure il vocabolo ritorno (reditus). Dunque alla reversione è subentrata la conversione.
Constata infatti su questa variazione conciliare Romano Amerio (Iota unum, Lindau 2009, pag. 491-492): « Le confessioni cristiane, compresa la cattolica, non devono volgersi l’una all’altra, ma tutte insieme gravitare verso il Cristo totale che trovasi fuori di esse (non più nella Chiesa cattolica, quindi) e in cui esse devono convergere ».
Da qui il cambiamento dottrinale: la Chiesa di Roma non è più il fondamento e il centro dell’unità cristiana e la vita storica della Chiesa, che è la persona collettiva di Cristo, converge intorno a più centri (le varie confessioni cristiane) il cui centro più profondo sussiste al fuori di ciascuna di esse; il cambiamento implica che i separati non devono muovere verso il centro immobile che è la Chiesa guidata da Pietro. L'unità quindi non è più considerata già nella storia e cade la necessità di rifarsi ad essa escludendo a priori qualunque pluralismo paritario. Viene meno quindi la « riaffermazione della trascendenza del Cristianesimo il cui principio, che è Cristo, è un principio teandrico vicariato storicamente dal ministero di Pietro ». 
Disapplicando perfino questo principio - che peraltro può esser ritenuto malsano nei confronti dei "separati", cosa che non riguarda in alcun modo la Fraternità di San Pio X che da sempre celebra "una cum" il papa - inopinatamente il vescovo Semeraro tira fuori un improprio, infondato e insostenibile "reditus" per la FSSPX e i fedeli che la frequentano. Siamo arrivati all'Auctoritas, non veritas, facit legem? Ma è solo la Verità e non l'autorità che fonda il diritto.

Regalità di Cristo e l’impegno del cattolico in politica

Ringrazio Silvio Brachetta, nostro collaboratore di vecchia data, che sono felice di ritrovare in questo momento del nostro percorso anche attraverso l'articolo che pubblico di seguito, perfettamente in tema con quanto andiamo dibattendo. Lo abbiamo incontrato di recente in un suo scritto pubblicato da Sandro Magister, di cui si è parlato qui. Ha una bella formazione e un lodevole impegno. L'analisi che segue è ben articolata, interessante per mostrare, tra l'altro, come si possa fare una lettura in continuità del concilio, in molte delle cui proposizioni essa si può trovare. C'è però il problema, non ignorabile alla luce degli esiti sotto i nostri occhi, degli effetti sia della legittima autonomia della realtà temporale che degli effetti del dialogo non finalizzato alla conversione [vedi]. E saranno opportune alcune puntualizzazioni sulla Regalità sociale del Signore [qui] che non si trova direttamente rinnegata sui documenti (almeno che io sappia); ma che, per effetto di alcune riforme e del loro spirito, risulta di fatto diluita se non ancora oltrepassata del tutto. Accenno solo alla libera diffusione degli errori per effetto della mancata loro condanna; alla famosa Ostpolitik, per nulla tramontata, con le aggravanti di conio TdL, ecc.
Potremo sviluppare queste riflessioni nella discussione, approfondendo con profitto i punti controversi.
Metto a disposizione [qui], per fosse interessato a scaricarsela, la versione pubblicata da Il Corriere del Sud nell'ottobre 2013.

Regalità di Cristo e l’impegno del cattolico in politica

Qualche anno prima della pubblicazione della prima enciclica sociale[1], Leone XIII riproponeva estesamente l’insegnamento dottrinale della Chiesa sulla Regalità di Gesù Cristo, nell’enciclica “Immortale Dei”[2]. E anche in seguito, nella “Annum sacrum”[3], il Pontefice confermava che Gesù Cristo è «re e signore di tutte le cose», specificando che la sua autorità «non si estende solo ai popoli che professano la fede cattolica […], ma abbraccia anche tutti coloro che sono privi della fede cristiana». Tutta l’umanità è, dunque, «realmente sotto il potere di Gesù Cristo», il quale «non ha il potere di comandare soltanto per diritto di nascita, essendo il Figlio unigenito di Dio, ma anche per diritto acquisito». Acquisito come? Con il suo «sangue», versato sulla Croce: «ecco il prezzo» con cui, per comprare «tutto», Cristo «ha dato tutto» se stesso.

giovedì 26 febbraio 2015

Marx lancia la sfida: "Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui"

Matteo Matzuzzi su Il Foglio [qui]. (Il grassetto è della redazione)

Che i vescovi tedeschi fossero i più battaglieri sulle materie oggetto della riflessione sinodale lo si sapeva già. Lo scorso agosto, dopotutto, annunciarono che sarebbero calati su Roma con un documento recante in calce tutte le firme dei presuli favorevoli alle tesi proposte dal cardinale Walter Kasper. Oggi, poco soddisfatti dei risultati del primo appuntamento, il Sinodo straordinario dello scorso ottobre, si preparano alla sfida finale. Il presidente della loro conferenza episcopale, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, chiarisce in conferenza stampa che "noi non siamo una filiale di Roma".
Il porporato ha osservato che se nell'insegnamento si rimane in comunione con la Chiesa, nelle questioni meramente pastorali "il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania". Come scrive il Tagespost, la conferenza episcopale di Germania corre e non pare avere intenzione di attendere quel che accadrà il prossimo autunno e le successive decisioni papali: "Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare". Marx ha anche annunciato che nelle prossime settimane sarà pubblicato un documento in vista dell'appuntamento di ottobre, verso il quale la Germania “ha una certa aspettativa”. Necessario, a giudizio del presidente della conferenza episcopale tedesca, trovare “nuovi approcci” in grado di “aiutare a garantire che le porte sono aperte”.
In una lunga intervista apparsa lo scorso gennaio sulla prestigiosa rivista America, edita dalla Compagnia di Gesù, Marx chiariva che c’è tanto lavoro da fare in campo teologico. Dobbiamo trovare il modo perché le persone ricevano l’eucaristia. Non si tratta di trovare modi per tenerle fuori! Dobbiamo trovare modi per accoglierle. Dobbiamo usare la nostra immaginazione e chiederci se possiamo fare qualcosa. L’attenzione deve focalizzarsi su come accogliere le persone”.

28 febbraio - 1° marzo. Messe Tradizionali a Lugano

Prossime due S.Messe secondo il Messale di S.Giovanni XXIII del 1962
sabato 28 febbraio 2015 - ore 8,00
S.Messa LETTA
Cappella della Clinica Luganese Moncucco

domenica 1° marzo 2015 ore 16,00
S.Messa CANTATA
Chiesa di S.Carlo, via Nassa, Lugano

All'inizio di questo mese un gran numero di fedeli ha partecipato ad una Divina Liturgia in rito bizantino slavo nella chiesa di S.Nicolao a Besso.
  • I celebranti giravano (come si suol impropriamente dire) la schiena ai fedeli; meglio: erano rivolti verso Dio; 
  • recitavano le preghiere in una lingua sconosciuta, una lingua liturgica con cui ci si rivolge solo a Dio; 
  • molto spesso lo facevano in segreto, sicché nessuno, naturalmente tranne Dio, li poteva udire;  
  • e, a nome di tutto il popolo, il coro rispondeva con accuratezza artistica alle invocazioni dei celebranti.
Come mai in questa particolare occasione a nessuno è venuto in mente di reagire a questi aspetti che invece di solito sono sottolineati in tono spregiativo per la S.Messa celebrata nell'antico rito di sempre della Chiesa Cattolica Romana?
Chissà quanti dei presenti a quella Divina Liturgia sapevano che esiste anche il rito romano antico detto Tridentino? E che Benedetto XVI nel suo Summorum Pontificum ha dichiarato solennemente che è sempre valido e che non era mai stato abolito?
Occorre conoscere la S.Messa di sempre, attingere ai suoi tesori spirituali e così (ri)scoprire le nostre radici (occidentali).

Sinodo, altro giallo del libro sparito. Il Sinodo 'taroccato' colpisce ancora?

Marco Tosatti su La Stampa [qui]. Un altro giallo analogo a quello della prefazione al libro del cardinal Sarah [qui]. Del Libro e della rivendicazione del suo contenuto come propositivo avevamo dato notizia qui. Sull'espressione Sinodo taroccato e sue motivazioni vedi qui. E inoltre [qui] le considerazioni, da non disattendere, sulla Sinodalità recidiva ancora in atto.

L’agenzia tedesca Kath.net [il redattore di Katolisches.info si congratula per il nostro lavoro che segue costantemente e ci informa che la notizia - ripresa oggi da Kath.net - il 24 febbraio scorso era stata già da loro pubblicata [qui]. Ricambiamo con gratitudine le sue cortesi espressioni, sentendoci in sintonia con la linea autenticamente Tradizionale del loro impegno, consapevoli dell'importanza e della necessità di questa sempre maggiore sinergia sul fronte della Tradizione], e subito dopo diversi siti anglosassoni anche qui raccontano un episodio del Sinodo 2014 che se vero, come sembra, non può non suscitare alcune perplessità. Ricordate il libro “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica” edito da Cantagalli l’anno scorso, in cui cinque cardinali di gran peso, fra cui il prefetto della Dottrina della Fede, e altri specialisti e studiosi difendevano quanto il Magistero ha finora insegnato su matrimonio, divorzio ecc.?
Il testo, che nella versione inglese si intitola “Remaining in the Truth of Christ: Marriage and Communion in the Catholic Church” è stato stampato in altre tre lingue, e spedito (inglese italiano sicuramente) ai partecipanti al Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia dell’ottobre 2014. 
Gli interventi, alcuni dei quali precedenti al Concistoro in cui il cardinale Walter Kasper aveva enunciato le sue tesi, oggetto del dibattito, sulla possibilità per i divorziati risposati di ricevere la comunione, erano certamente contrari alla tesi sostenuta dal porporato tedesco, e appoggiata dalla Segreteria del Sinodo. 
Il Sinodo del 2014 si differenziò da tutti gli altri precedenti perché la Segreteria non volle che fossero resi pubblici gli interventi dei vescovi e cardinali partecipanti; una decisione che fu giudicata contraria alla trasparenza di cui tanto si parla. Il libro è stato spedito individualmente a ogni Padre sinodale, ma non è mai arrivato. E secondo quello che viene scritto quando gli organizzatori del Sinodo l’hanno saputo, avrebbero semplicemente fatto sparire dalle cassette postali dei membri il pacchetto. Solo due o tre prelati l’avrebbero ricevuto”. L’articolo di Kath.net, che attribuisce al cardinale Lorenzo Baldisseri Segretario del Sinodo la responsabilità di questo gesto, afferma fra l’altro: “Questo episodio ha avuto luogo nel Vaticano e non al Cremlino. Come l’ho raccontato a un amico che in quei giorni stava per tornare in Africa, ha sorriso dolcemente e mi ha detto: ‘Perché ti preoccupi. Qui in Sudan le cose non sono migliori’”. Padre Joseph Fessio sj direttore della Ignatius Press che ha pubblicato l’edizione americana del libro conferma che decine di copie sono state inviate e ricevute dalle Poste Vaticane (gestite dal Governatorato) ma non hanno mai raggiunto i destinatari.

Cardinali che invitano a leggere Lutero (e soprattutto lo riabilitano)

Cristina Siccardi su Corrispondenza Romana [qui].
Approfitto per inserire il rimando a questo nostro articolo, che a sua volta contiene i link a diverse altre interessanti riflessioni, che hanno costellato il nostro percorso anche su questo tema, per chi ha interesse ad approfondire. E, in particolare, sui rilievi in ordine al recente documento "Dal conflitto alla comunione" [qui].

 «Dopo cinquant’anni di dialogo ecumenico, anche per un cristiano cattolico è possibile leggere con rispetto i testi di Lutero e trarre vantaggio dalle sue idee».

Questa non è la dichiarazione di un protestante e neppure di un prelato protagonista di un romanzo sulla “fantachiesa”, ma del Cardinale Arcivescovo di Monaco e Frisinga Reinhard Marx, Presidente della Conferenza episcopale tedesca, nonché coordinatore del Consiglio per l’economia istituito dal Papa, il quale ha esternato le sue sconcertanti considerazioni in un articolo pubblicato sul periodico “Politik & Kultur” del 2 gennaio scorso.

Dunque, seguendo il pensiero marxiano, Pontefici, cardinali, vescovi, teologi, santi, martiri per la fede…. compreso tutto il Concilio di Trento, dovrebbero essere cancellati con un colpo di spugna perché, secondo questa soggettiva opinione, «Lutero deve fare da ispiratore alle grandi riforme – spirituali e di governo – che attendono la chiesa nei prossimi anni. Una sorta di bussola che orienti la chiesa, insomma. Dopotutto, il monaco agostiniano “non aveva lo scopo di dividere la chiesa” e, anzi, si può dire – come ha fatto il cardinale Kurt Koch nei mesi scorsi – che “nonostante la data del 1517 sia stata usata e percepita come anticattolica, Lutero a quel tempo poteva considerarsi ancora un cattolico”» (Matteo Matzuzzi “Il Foglio” 8 gennaio 2015).

mercoledì 25 febbraio 2015

Charlie riparte, ma non c'è più Allah. Resta solo il Papa

Stralcio da La bussola quotidiana [qui]. Questa è la pseudo-libertà laicista senza confini. Vedi [qui] e [qui] perché nessuno di noi poteva dirsi Charlie...

Sulla rossa copertina del ritorno ci sono in primo piano le truci caricature di Marine Le Pen con il corpo di un grasso molosso e il collare chiodato, un infuriato Sarkozy, disegnato con le fattezze di un barboncino ringhioso, un compunto cane in doppio petto, con gli occhialini e in bocca una mazzetta di euro, forse a simboleggiare la troika europea. A fianco, spunta l’enorme tiara di papa Francesco, con due occhi iniettati di sangue e un ghigno da lupo mannaro. Tipacci assatanati e furiosi che inseguono un povero cucciolo che scappa con in bocca una coppia di Charlie Hebdo. “Si riparte”, dice la scritta: 2 milioni di copie sono già state stampate e attendono oggi la prova dell’edicola. D’accordo, Charlie torna dopo la pausa di un mese, ma a guardare quella copertina uno potrebbe anche pensare che a finire a colpi di kalashnikov i dodici redattori sia stata la destra francese in combutta con la Banca europea e il Vaticano. E non i fratelli Kouachi con il collega d’armi Coulibaly. Perché di islamisti su quella vignetta proprio non c’è traccia. Almeno in modo chiaro e riconoscibile, quanto Le Pen, Sarkozy e il Papa.

Nella masnada assassina che insegue il cucciolotto della satira, il jihadista è in seconda fila e ha le sembianze di un lupo nero, con la bandana alla fronte e il kalashnikov tra i denti. Certo, chi vuole intendere intenda, ma ce ne vuole per ricordarsi del Maometto con il turbante-bomba o di Allah con la faccia a forma di fallo. Prudenza forse ha suggerito ai nuovi vignettisti della redazione di ricorre all’immagini figurata del “lupo solitario” a indicare il combattente del Califfato e la cosa non è certo da condannare. Ma che c’entrano allora papa Francesco, l’ex presidente e la leader del Front National, il maggior partito d’opposizione con la strage del 7 gennaio? Nulla, ma servono probabilmente a ribadire che i nemici della libertè e laicitè non sono cambiati: i poteri forti dell’economia, della politica e delle religioni. Di una più delle altre: quella cattolica che ha nel Papa la sua espressione più alta. Con Allah meglio non insistere: basta un lupo con la bandana araba a rappresentarlo. Mai vista tanta gentilezza da un foglio che non si è mai imbarazzato nel disegnare Dio, Gesù e lo Spirito Santo [in maniera blasfema oltre ogni dire]. [...]

L'enigma della prefazione scomparsa; nell'aria che tira...

Riprendo quanto segue da Benoit et moi che lo sottolinea con efficacia, rimandando al link in cui il 20 febbraio scorso si annunciava ufficialmente l'uscita del libro con la copertina poi corretta [qui].

Benedetto XVI è sparito. La citazione che segue è dal testo del cardinal Sarah:
«L'idea di riporre il Magistero in uno scrigno staccandolo dalla pratica pastorale, che potrebbe variare a seconda delle circostanze, delle mode e delle passioni, è una forma di eresia, una pericolosa patologia schizofrenica. Dunque affermo solennemente che la Chiesa africana si opporrà fermamente a qualsiasi ribellione contro l'insegnamento di Gesù e del Magistero. » 
Commento da Benoit et moi :
Con ogni evidenza, Benedetto XVI aveva scritto una prefazione ed era previsto che essa fosse utilizzata per il libro, altrimenti, la copertina di cui all'annuncio non avrebbe potuto essere predisposta o utilizzata per la pubblicità.
Il motivo del ritiro della prefazione resta un mistero.
Quale pensiero «politicamente corretto» è prevalso presso l'editore Fayard, che possa averlo indotto a ritenere imprudente utilizzare una prefazione del papa emerito in un nuovo libro?
Si spera che il Cardinal Sarah se la sbroglierà con i suoi editori  e, cosa più importante, consentirà al pubblico di conoscere la prefazione scritta da Benedetto XVI.
Desta non poco sconcerto che abbia fatto scuola il principio - basato sulla sbandierata approvazione del Papa alla tesi-Kasper - che etichetta come attacchi al Papa le tesi di coloro che si oppongono alla sua, semplicemente perché difendono i principi della dottrina [vedi].
Benoit et moi non manca di ricordare il caso [qui] dell'attribuzione dell'accusa di «fronda» contro il Papa (coinvolgendo in questo caso autori ed editore), solo per aver pubblicato un testo che confuta la tesi-Kasper con la dottrina perenne. 
Dal canto nostro non possiamo far a meno di collegare a questi fatti, i casi analoghi di più o meno esplicita formulazione di accuse gratuite, che diventano intimidazione, nei confronti del cardinale Burke capziosamente presentato come leader di una supposta «fronda» antiriformista [qui]. Tra i denigratori c'è sempre quel contesto ultra-bergogliano che Sandro Magister, in un capitolo del suo ultimo articolo [qui], definisce malleus (aliquorum) cardinalium...

In favore e contro...

In favore è in favore.
In favore non è contro.

Le parole hanno un proprio peso specifico ed un proprio significato preciso per chi non è avvezzo a giocarci. Con le parole come con le persone.

Questione di punti di vista. E anche di buona o mala fede.

Intendiamoci, non siamo tipi da lasciarci impressionare, ma colpisce il dispendio di intelletto ed energia investito a scavare e scovare errori, a suscitare illazioni e congegnare ipotesi, a fare processi alle intenzioni e alle persone. Non è impegno costruttivo e soprattutto non è sano. È patologico.

Tale atteggiamento costituisce in se stesso una denuncia di paura e di limitatezza. Dà prova di fallimenti personali, di situazioni che sfuggono di mano, di desiderio di controllo, di senso di inadeguatezza che impedisce di argomentare, di confutare, di sostenere tesi, di riscontrare fatti. Dimostra paura di misurarsi e di mettersi veramente in gioco. È già in se stesso una rinuncia e, dunque, una sconfitta.
Oltretutto costituisce una disfatta ed una umiliazione per l’intelletto, ridotto a stratagemma anziché a conoscenza e di comprensione.

martedì 24 febbraio 2015

I fondamenti della persona in San Tommaso

Immagini eloquenti

Normale omaggio e deferenza al Papa emerito, certamente. Quel che non torna - nel suo inedito non chiarito né canonicamente né teologicamente - è un Papa emerito. Ma a tutti sembra normale.
21 febbraio 2015 - I vescovi ucraini in visita ad limina
14 febbraio 2015 - Concistoro


Il cardinale Sarah: "Staccare la dottrina dalla pastorale è eresia."

Il cardinale Robert Sarah, della Guinea Conakry, recentemente nominato prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è una di quelle voci autorevoli che nel Sinodo dell'ottobre scorso si è opposta con fermezza all’agenda di chi vorrebbe piegare il Magistero della Chiesa ai desiderata del mondo, su adulterio e omosessualità.
Nell'immagine a lato è con il vescovo Schneider durante un suo viaggio in Kazakhstan.

Riprendo  e traduco da Famille cretienne [qui]:
Da bambino, i suoi genitori hanno accolto con un dolce sorriso la sua decisione di seguire l'esempio dei missionari membri della Congregazione dello Spirito Santo nel suo villaggio in Guinea: un nero non può diventare un sacerdote della Chiesa cattolica!
Oggi, il figlio di agricoltori nominato arcivescovo a 32 anni da Paolo VI è è diventato uno dei più importanti collaboratori della Curia Romana.
In questo libro di interviste condotte con Nicolas Diat, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con umiltà e con spiritualità profonda racconta la sua incredibile storia. Un racconto puntellato di riflessioni personali sincere, argomentate e talvolta dirette, particolarmente sul neo-colonialismo ideologico esercitato in Africa dall'occidente decadente. Graffiante, commovente, tonificante. Leggete gli estratti che riporto di seguito e vedete se non è vero...
Estratti dal Libro

Abbandono «Nella mia vita, Dio ha fatto tutto; da parte mia, non ho voluto altro che pregare. Sono sicuro che il rosso del mio cardinalato è veramente un riflesso del sangue delle sofferenze dei missionari che sono venuti fino ai confini dell' Africa per evangelizzare il mio villaggio. »

lunedì 23 febbraio 2015

La questione liturgica. Il Rito Romano Antiquior e il Novus Ordo Missae a 50 anni dal Vaticano II

Edizione riveduta e aggiornata del mio saggio «La questione liturgica. Il rito Romano usus antiquior e il Novus Ordo Missae a 50 anni dal Vaticano II», Ed. Solfanelli, pag.136, Euro 11. Ordini via mail: tabulafatiordini@yahoo.it

Il Libro:
Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di “criticità” che non sfuggono ai fedeli ed agli studiosi più coinvolti. Esse non hanno risparmiato — anzi vi trovano il loro focus — la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione sacramentale (SC,10), funzione primaria della Chiesa santificante oltre che docente e guida per i fedeli. In vista dell’annuncio e della testimonianza di Cristo al mondo.
Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l’ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una “pastorale” secondo la Tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.
L'autore
Maria Guarini, laureata in teologia ed esperta in Comunicazione e nuove tecnologie, ha diretto per anni la Biblioteca e le Relazioni al Pubblico del Ministero delle Comunicazioni. Continua a svolgere un’attività di Operatore dell’Informazione a livello internazionale.
È da tempo impegnata a testimoniare la presenza della Chiesa sulla Rete Internet, nuova frontiera di libertà e crogiolo per la formazione di correnti di pensiero svincolate dalle culture dominanti e tendenti al vero, in quanto radicate nella Tradizione perenne, ritrovando e rivendicando il primato della verità sull’azione, della conoscenza sulla prassi ateoretica. Autrice dei libri «La Chiesa e la sua continuità. Ermeneutica e istanza dogmatica dopo il Vaticano II» (DEUI, Rieti 2012) e «Agorà Telematica» (Edizioni Vivere in, Roma 2001).

Presentazione di Mons. Brunero Gherardini

Ho avuto, poco tempo fa, una gradita sorpresa: il testo La questione liturgica di Maria Guarini, un nome non nuovo nell’ambito della teologia e segnatamente della liturgia.
Il testo è dedicato alla questione liturgica, considerata non astrattamente o genericamente, ma in relazione al santo sacrificio della Messa. E più precisamente alla Messa secondo il rito che il Santo Padre Benedetto XVI ha definito straordinario. Il suo contenuto non è, dunque, ciò di cui il titolo potrebbe indurre l’attesa, vale a dire uno studio più o meno scientificamente condotto sul concetto di liturgia, sul suo contenuto e sulle sue singole parti, ma una serie di riflessioni, non raramente e giustamente critiche circa la situazione di fatto determinatasi sulla scia della “creatività” postconciliare, ma protese alla riconquista del terreno perduto. A tale riguardo non si può far altro che applaudire.

Piero Vassallo. San Tommaso e l'Islam

Piero Vassallo: Dedicato agli allucinati dal chiar di mezzaluna e a quanti leviter credunt aut iudicant [qui]

Le roventi minacce rivolte dagli islamici all’Italia e al ministro degli esteri Paolo Gentiloni rivelano finalmente l’insostenibile leggerezza dell’ecumenismo interreligioso, una chimera destinata a sopravvivere soltanto nelle elucubrazioni di Enzo Bianchi e Alberto Melloni, i continuatori dell’opera confusionaria di Giuseppe Dossetti e Giuseppe Alberigo.

La teologia verbosa e gongolante messa in circolazione da banditori carismatici intesi a celebrare le loro macchinose e avventizie novità è stata peraltro già confutata dal decreto Dominus Jesus del 6 agosto 2000: “con l’espressione subsistit il Concilio Vaticano II … volle affermare che la Chiesa di Cristo, malgrado le divisioni dei cristiani, continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa cattolica”.

domenica 22 febbraio 2015

In memoria di Mario Palmaro

Il prossimo 9 marzo ricorre il primo anniversario della morte di Mario Palmaro. Per ricordare la figura, l’opera e soprattutto la testimonianza cristiana di questo intellettuale sono in programma varie iniziative di cui dà notizia Riscossa Cristiana [qui].

Nell'occasione apprendiamo che, a partire dal 2 marzo, sarà in distribuzione il libro “Mario Palmaro. Il buon seme fiorirà”; curato da Alessandro Gnocchi e pubblicato da Fede & Cultura. Vi sono raccolti scritti di amici e colleghi di Mario Palmaro che ne ricordano l’opera intellettuale e la vita personale interamente improntate alla difesa e all’annuncio del messaggio cristiano.
Verranno celebrate in suffragio le Sante Messe in rito gregoriano:
  • Domenica 8 marzo alle ore 18,45, a Monza, presso la chiesa delle Suore Sacramentine, in via Italia 37
  • Lunedì 9 marzo alle ore 18, nel Duomo di Monza.

Cos'hai fatto, Benedetto?

La misura non sembra mai colma. Oggi registriamo, e offriamo, anche questo. Il direttore dell'ufficio liturgico del vicariato di Roma [qui] che parla in modo rozzo del mistero da tradurre agli uomini del nostro tempo con un linguaggio comprensibile, come se il mistero potesse essere subito comprensibile a tutti e non si lasciasse, invece, penetrare dal silenzio adorante e non irrompesse nel mondo attraverso la Chiesa dal Sacrificio Redentore di Cristo nel Rito che la tradizione Apostolica stessa proveniente direttamente dal Signore, da Lui consegnato e attraverso cui Egli ci si consegna ogni giorno, perpetua fino alla fine dei tempi. Il Rito che ha forgiato generazioni di credenti e di Santi, insieme all'arte e alla cultura dell'Europa e del mondo cattolico d'Oriente e d'Occidente. Non abbiamo più colui che diceva ai vescovi: «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto».
A un sacerdote che chiede: “-C’è il rischio che la nostalgia del latino sia strumento di opposizione all’apertura della Chiesa al mondo contemporaneo?
Risposta: “Questo è un rischio che la Chiesa non corre, perché è per sua natura missionaria, geneticamente aperta e in dialogo con il mondo. L’annuncio del Vangelo rivolto a tutti, secondo il comando di Cristo, trova nella liturgia la sua forma privilegiata: «la Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia» (Evangelii Gaudium, 24). Perché ciò si realizzi il Concilio ha indicato nei principi della riforma liturgica la via maestra per il nostro tempo. Non si possono sottrarre all’evangelizzazione energie preziose, lasciandosi condizionare da impulsi nostalgici. É urgente evangelizzare gli uomini di oggi con un linguaggio comprensibile, mentre i sentimentalismi orienterebbero l’attenzione verso aspetti marginali”.
A lui e ai molti come lui - soprattutto ai sacerdoti e vescovi pusillanimi o accecati che tradiscono il loro ministero, Cristo Signore nostro e tante anime assetate - qualcuno dovrebbe far conoscere cosa ne pensa una fedele. E ciò che, come lei, testimoniano tanti e tanti altri fedeli feriti e squassati e traditi in ciò che hanno di più caro e a cui appartengono. E qualcuno dovrebbe anche ricordargli che quel nostalgico e sentimentalista di Benedetto XVI, col motu proprio Latina lingua, ha istituito la Pontificia Academia Latinitatis, ad latinam linguam fovendam. [n.2. «Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Decr. Optatam totius, 13). Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici»]. Ma del Pontificato di Benedetto XVI si tenta di cancellare le tracce più luminose.
Ci sarebbe inoltre da ricordare che la Chiesa, attraverso la Liturgia e i sacramenti non evangelizza ma santifica: esercita il munus sanctificandi. L'aspetto pedagogico nella Liturgia c'è ma è secondario; è quello mistagogico dell'Actio di Cristo che prevale.
Dice Anna: “…lasciandosi condizionare da impulsi nostalgici. ….i sentimentalismi orienterebbero l’attenzione verso aspetti marginali”.
Ancora una volta si confuta sulla base di inventate “connotazioni /problematiche psicologiche” di quei cattolici (e basta) che invece motivano, alla luce del magistero secolare della Chiesa, e non solo, la loro tesi sugli innumerevoli danni alla fede causati dalla banalizzazione, volgarizzazione, protestantizzazione della santa messa, dall’oscuramento del Santo Sacrificio; dall'abbandono dell’uso della lingua latina, sacralizzata dalla “romanità” della Chiesa e dal tempo, lingua universale [qui]; dal faccione del sacerdote posizionato al posto o davanti a Gesù custodito nel tabernacolo, ecc. (lex orandi / lex credendi).
Io non ho mai avuto il privilegio di assistere alla messa di sempre, quando era la messa, l’unica e sola santa messa, celebrata dalla Chiesa. Non posso avere nostalgia di quello che non ho mai vissuto. E come me tantissimi. Ci sono tantissimi giovani che devono, come me, la loro fede alla messa di sempre ed alla dottrina della Chiesa di sempre, quella dottrina che era (ed è) chiara, coerente perfettamente coerente con la ragione, rettamente usata. Io vengo da quel mondo “gioioso, aperto al nuovo, intellettualmente libero, tollerante, umanitarista, illuminista, ecc” con cui negli ultimi decenni la Chiesa è stata mascherata. Ed è stata proprio questa maschera, questo simil-mondismo, quest’aria fritta, questa ambiguità, queste contraddizioni continue di questa maschera deformante che mi hanno sempre chiuso le porte alla fede. E soltanto quando la mia mente si è liberata dalle menzogne di questo mondo, quando ho avuto accesso alle verità, della fede e della storia, quando ho avuto accesso al sacro della liturgia, quando ho avuto accesso alla vera Chiesa, le porte si sono aperte.
Non mi riconosco in una categoria, non mi riconosco in quelle connotazioni. Sono peccatrice ma psicologicamente sana, come tantissimi dei cattolici fustigati dalla mattina alla sera per il loro rosario in mano (di cui sono fiera). Sono cattolica e basta. Per grazia di Dio.

sabato 21 febbraio 2015

Sul tradizionalismo, il progressismo, il centrismo e il cattolicesimo. Ideologia, dottrina cattolica e "terra di mezzo"

La nostra lettrice Anna ha elaborato una sapiente lettura della temperie ecclesiale del nostro tempo, resa necessaria dalle formulazioni reiterate e insistenti di quel "moderazionismo cattolico" - da me già definito ibrido-sofista - che continua ad affermare che la Chiesa è il corpo mistico di Cristo, ma parla di estremismo e moderatismo e di verità come se il cattolicesimo fosse un'ideologia e come se la Chiesa fosse uno Stato pluralista. Giustifica il CVII sulla base di un concetto deviato di tradizione vivente che abbiamo più volte esplicitato, ma che non è mai stato confutato nel merito.
La trattazione si mantiene nelle linee generali per meglio inquadrare il problema, entrando nel merito quanto basta perché i termini tradizionalismo e progressismo sottintendono entrambi delle ideologie. Ma il cattolicesimo non è un’ideologia è una fede in una Parola rivelata e trasmessa come il Signore ha comandato. Ed esiste solo la verità e la menzogna. Punto. Non esiste una "terra di mezzo". Il resto è fuffa.

Sul tradizionalismo, il progressismo, il centrismo e il cattolicesimo.
Ideologia, dottrina cattolica e "terra di mezzo".

Introduzione

È noto che i cattolici vengono suddivisi in progressisti e tradizionalisti, a loro volta suddivisi tra moderati ed estremisti.
Mentre i progressisti e i tradizionalisti ritengono che sia corretto il proprio punto di vista e sbagliato quello opposto, secondo una terza categoria di cattolici entrambe le posizioni sarebbero, in applicazione del politicamente corretto principio del rispetto e della tolleranza, plausibili, purché moderate, mentre gli estremisti andrebbero stigmatizzati per il loro integralismo, fanatismo ideologico e sarebbero eretici, mentre condivide con i progressisti l'assunto che affermare l'essenza precisa dell'identità cattolica sia sclerosi da reperto museale.
La coesistenza di queste due contrapposte posizioni moderate viene ritenuta, da questi “terzisti”, non un contrasto da risolvere secondo il criterio giusto/sbagliato, vero/falso, bene/male, alla luce di un criterio oggettivo (Rivelazione esplicata dal magistero infallibile della Chiesa), ma un fattore positivo di crescita della Chiesa verso il “bene comune”.

venerdì 20 febbraio 2015

22 Febbraio. I Domenica di quaresima Tradizionale a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)
Domenica 22 febbraio 2015, ore 18,00
S. Messa  in forma straordinaria (Messale S. Giovanni XXIII del 1962)
S. Messa cantata in forma straordinaria (messale latino/gregoriano del 1962 di S. Giovanni XXIII)
I Domenica di Quaresima
PARROCCHIA GESU’ CROCIFISSO E MADONNA DELLE LACRIME
V. GIAVENO 39, TORINO
Ulteriori informazioni e sussidi liturgici saranno disponibili sulla pagina facebook dell’evento (accessibile senza necessità di registrazione):
https://www.facebook.com/events/456116801205880/

Programma musicale della celebrazione:
Proprio gregoriano del giorno parzialmente salmodiato Kyriale delle domeniche di Avvento e Quaresima (XVII, Kyrie t. 6) –– Credo IIIParce Domine (responsorio gregoriano) – Ave Verum (antifona gregoriana) – Attende Domine (responsorio gregoriano) - Ave Regina Coelorum (t. simplex) – Tu es Petrus con versetti e oremus (nella ricorrenza della Cattedra di S. Pietro) - Pietà Signor (Inno di L. Perosi)

Canti ad libitum: [1] [2] [3] [4]

Ennesima bordata di Bergoglio contro chi ama la Tradizione

Aggiornamento. In un lungo articolo: Segnalazioni papali: Papa Francesco e la falsa dicotomia, The Remnant del 16 febbraio [qui], sviluppa una articolata analisi sulla fisionomia sempre più evidente che va assumendo l'attuale pontificato. E si basa sull'omelia rivolta ai cardinali nel corso dell'ultimo concistoro [qui], nella quale il papa ribadisce il suo programma. Traduco velocemente la conclusione, perché rivela inquietanti coincidenze con ciò che abbiamo visto delinearsi nel discorso al clero romano da noi commentato di seguito. Ecco lo stralcio da The Remnant :
[...] Ci ha detto ogni giorno quello che ha previsto per la Chiesa. Presentare la misericordia di Cristo come una giustificazione per infrangere la legge di Cristo, mettere la misericordia di Dio in opposizione alla sua giustizia, affermando l'assunto folle, anti-razionale che esse sono naturalmente contrarie e inconciliabili.
Se abbiamo accettato l'evidenza e vediamo che Francesco è parte di questo movimento - non possiamo chiamarlo un complotto perché è confezionato davanti alle telecamere sulla stampa mondiale - dobbiamo chiederci perché questo specifico problema.
La gravità di questa imminente crisi non può essere esagerata. Se la proposta viene accettata, avrà conseguenze di portata molto maggiore di qualunque altra manipolazione post-conciliare, come la comunione nelle mani o le chierichette. Si scuoteranno in un solo colpo i veri pilastri della fede: l'Eucaristia e il sacerdozio. L'Eucaristia, in cui la presenza è stata a malapena conservata nella Nuova Messa, verrà sistematicamente profanata. E coloro dai quali ci si aspetterà la profanazione, saranno i sacerdoti che verranno puniti se vi si rifiutano.
E sarà anche la parola fine di ogni speranza di restaurare la fede attraverso l'impegno di giovani e fedeli nuove leve di sacerdoti, dal momento che solo coloro che hanno dimostrato la loro volontà di profanare la Santa Eucaristia saranno dichiarati idonei per il seminario.
Sull'ultimo discorso di Bergoglio al clero romano [qui] mi limito a notare che – nell'affrontare il tema dell'Ars celebrandi – non c'è alcun riferimento sul sacrificio e sacerdozio di Cristo, nella passione e nella messa, mentre grande risalto è dato al mistero non meglio identificato e all'omelia, che è certo importante, ma è momento catechetico e non atto liturgico.(1)
E non manca l'ennesima rude bordata ai cosiddetti "tradizionalisti" sui quali, al solito, questo papa fa di ogni erba un fascio. mostrando la sua ignoranza sulla Tradizione e chi la ama. Se non si tratta di ignoranza, è ideologica idiosincrasia che si traduce in disprezzo e rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con il passato (da dimenticare e non da assumere incarnandolo nel proprio tempo) e con la dottrina che contrasterebbe con il dogma dell’infallibilità del magistero della Chiesa in senso storicista e si opporrebbe all’opera dello “Spirito Santo che soffia dove vuole”. E si oblitera sempre di più il fatto che la tradizione, con la sua fedeltà alla dottrina, veicola e trasmette ad ogni generazione la verità donataci da Cristo - l'unica salvifica - presupposto della libertà e della vita eterna; il che comporta che una pastorale che non sia ancorata saldamente nella verità rivelata non conduce alla libertà e non porta alla salvezza.
Sui riferimenti alla Messa antiquior, riprendo quanto scrive Luisa. Ecco il passaggio, a proposito del Summorum Pontificum:

Volpi si rimangia l'accordo. Precisazioni conclusive

Da un po' di tempo in tutto il mondo il nome Fidenzio Volpi non ha più bisogno di presentazioni: finirà suo malgrado nei libri di storia.

Il suo nome è stato recentemente associato alla cifra di Ventimila Euro che lo scorso giovedì 12 febbraio aveva accordato di risarcire ai familiari di padre Manelli. Cioè per evitare un processo per diffamazione aveva raggiunto un costoso «accordo transattivo»: immaginiamo che non lo abbia fatto per autolesionismo ma per limitare i danni.
  • Figuratevi dunque un religioso con voto di povertà che decide - assistito dai suoi legali - che il minor danno è quello di pagare Ventimila Euro di risarcimento, più le spese legali, più la pubblicazione delle scuse (cioè «una precisazione concordata con la controparte») sul web e per iscritto ai membri dell'Istituto.
Dato il suo incarico e la sua attività, era impensabile che la notizia dei Ventimila Euro non divenisse presto di pubblico dominio. Specialmente alla luce del fatto che erano stati in tantissimi, dal dicembre 2013 ad oggi, ad essere convinti che si trattasse davvero di diffamazione (per esempio basta leggere su Google News le notizie su "Fidenzio Volpi" da dicembre 2013 in poi, non solo in lingua italiana).

Una volta raggiunto l'accordo il 12 febbraio, Volpi avrebbe potuto subito pubblicare personalmente la notizia. Invece ha inspiegabilmente lasciato passare qualche giorno.

Walter Brandmüller. Noi sacerdoti, celibi come Cristo

Il 16 luglio scorso rendevamo disponibile il testo che segue in pdf, in quanto in quel momento leggibile solo per gli abbonati de Il Foglio. Ora me lo inviano e approfitto per pubblicarlo in maniera immediatamente leggibile. Lo ripropongo anche in riferimento a quanto comunicato da Socci su "Il problema dei preti sposati è nella mia agenda", l'ultima apertura di Papa Francesco [qui].

Ill.mo dott. Scalfari,
anche se non godo del privilegio di conoscerla di persona, vorrei tornare alle Sue affermazioni riguardo il celibato contenute nel resoconto del Suo colloquio con Papa Francesco, pubblicate il 13 luglio 2014 e immediatamente smentite nella loro autenticità da parte del direttore della sala stampa vaticana.
In quanto “vecchio professore” che per trent’anni ha insegnato Storia della chiesa all’università, desidero portare a Sua conoscenza lo stato attuale della ricerca in questo campo.
In particolare, deve essere sottolineato innanzitutto che il celibato non risale per niente a una legge inventata novecento anni dopo la morte di Cristo. Sono piuttosto i Vangeli secondo Matteo, Marco e Luca che riportano le parole di Gesù al riguardo.
Matteo scrive (19,29): “… Chiunque abbia lasciato in mio nome case o fratelli, sorelle, padre, madre, figli o campi, otterrà cento volte di più e la vita eterna”.
Molto simile è anche quanto scrive Marco (10,29): “In verità, vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia che non riceva cento volte tanto…”.
Ancora più preciso è Luca (18,29 ss): “In verità, io vi dico: chiunque abbia abbandonato per il Regno di Dio casa o moglie, fratelli, genitori o figli, riceverà già ora, in cambio molto di più, e nel mondo futuro la vita eterna”.

giovedì 19 febbraio 2015

Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Preghiamo in riparazione del crimine dell’aborto e sosteniamo la Marcia per la Vita.

Questo venerdì invitiamo in particolare a pregare in riparazione del crimine dell’aborto, che si consuma quotidianamente nella sciagurata indifferenza generale. E proprio per testimoniare l’intangibilità e l’indisponibilità della vita umana innocente, dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, condizione o compromesso, sollecitiamo tutti ad essere presenti a Roma, domenica 10 maggio, per la Quinta Marcia Nazionale per la Vita. Chi non potrà esserci, potrà tuttavia partecipare con la preghiera, e fin d’ora rivolgiamo la nostra preghiera anche per la buona riuscita di questa testimonianza unica ed essenziale. [Da Riscossa cristiana]
Invito, come sempre, per chi conoscesse l'iniziativa solo solo ora, a leggere qui (preghiere e alcune indicazioni).
Pubblicherò a parte le iniziative in memoria di Mario Palmaro, il cui impegno è molto legato anche alla Marcia per la Vita e iniziative collegate.

«Veri Catholici». Una nuova associazione internazionale

Ci viene segnalata una nuova piattaforma multilingue: «Veri Catholici», che offrirà contenuti e promuoverà eventi secondo lo spirito della nuova frontiera di libertà offerta dalla Rete che, se ben usata, può offrire opportunità per il bene di molte anime nel più puro spirito cattolico, secondo l'invito di Mons. Athanasius Schneider, da noi già pubblicato qui e del quale riproduco di seguito uno stralcio.
Sostanzialmente è quel che, nel nostro piccolo, abbiamo sempre fatto anche noi e che ora stiamo cercando di alimentare come impegno sia intellettuale che organizzativo allargato all'orizzonte internazionale. Diamo il benvenuto a « Veri Catholici » pubblicando dopo le parole di mons. Schneider il testo della pagina di presentazione in italiano.
«« Dobbiamo creare gruppi di veri cattolici, studiosi, famiglie e clero che diffondano con coraggio la verità cattolica tutta intera, in particolare sugli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sulla natura, e i comandamenti di Dio.
Come mezzo per questo obiettivo, dobbiamo fare uso di tutte le risorse che il mondo moderno ci offre. Non ci asteniamo dal diffondere attraverso i media questi messaggi. Non dobbiamo aspettare che ogni singolo parroco li predichi dal pulpito. Dobbiamo abbracciare le nuove forme mediatiche che ci permettono di diffondere il Vangelo e gli insegnamenti della nostra Santa Madre, la Chiesa. Dobbiamo introdurre il nostro messaggio su Internet, pubblicarlo su siti web, blog e reti sociali.
Ma non dobbiamo dimenticare di impegnarci con i nostri fratelli cattolici nelle forme più tradizionali. Dovremmo organizzare conferenze e simposi a livello accademico. Dovremmo usare queste per creare pubblicazioni, documenti e libri che possono essere utilizzati come riferimento e ampliare la nostra discussione.
....
Tutti questi sono mezzi di educazione e formazione. Ma la battaglia che stiamo combattendo è più che contro l'ignoranza. È contro i principati e le potestà. Essa non può avere successo se non organizziamo una grande rete nazionale e internazionale di preghiera per l'adorazione eucaristica, i pellegrinaggi, le messe solenni, le processioni rogazionali e penitenziali, con temi come "La santità della famiglia e del matrimonio", "La chiamata alla castità", "La bellezza e la felicità di una vita casta", " L'imitazione di Cristo nella vita familiare" e "Espiazione per i peccati contro la famiglia e il matrimonio".  

«Veri Catholici». Una nuova associazione internazionale

Cos’è « Veri Catholici »?
« Veri Catholici », che in latino significa “Veri cattolici”, è il nome di un’associazione internazionale di cattolici che hanno deciso di aderire all’invito del reverendissimo Athanasius Schneider a preservare la Fede eterna insegnata dal Nostro Signore Gesù Cristo, che è stata tramandata all’interno della Chiesa Cattolica durante i secoli.

Ci dedichiamo con zelo alla difesa della dottrina rivelata per mezzo di San Paolo, l’Apostolo dei Gentili, nella sua Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 11, versetti 26-27, che recita:
26: Infatti, tutte le volte che mangerete di questo pane e berrete di questo calice, annunzierete la morte del Signore fino al momento della Sua venuta.
27: E così, chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore.
(Traduzione dal testo della Vulgata.)
Ecco le parole che esprimono l’intera fede dell’Unica e Vera Chiesa di Cristo, nella misura in cui venga affermata la vera presenza del Corpo di Cristo nel Santissimo Sacramento dell’altare e l’avvicinamento ad Esso venga ristretto solamente a coloro che si trovino in conformità morale col Signore Gesù Cristo.

Questa è la vera Fede dell’unica Santa Chiesa Cattolica e Apostolica, fondata dalla persona storica del Cristo e fedele nei secoli al Magistero del Verbo Incarnato, il Figlio di Dio: una Fede che unisce l’assenso dell’intelletto con tutte le verità rivelate da Gesù Cristo, dagli Apostoli e dai Profeti, ripudiando tutti i peccati e i vizi – in particolare quelli che sono contrari al pudore, alla castità e alla purezza – con l’esercizio della penitenza.

I Membri dell’Associazione professano pubblicamente la loro adesione personale all’essenza e allo spirito dell’Associazione stessa e, nella misura in cui sia loro possibile, garantiscono la loro collaborazione per la promozione dei suoi obiettivi.

Tutti i cattolici che condividono liberamente questi fini possono diventare membri dell’Associazione per mezzo di una professione pubblica degli stessi: nel caso di persone che siano iscritte alle reti sociali, mostrando il logo dell’Associazione con il link al suo blog ufficiale.

Gli obiettivi dell’Associazione si realizzeranno tramite la sponsorizzazione di conferenze e dalla distribuzione di informazioni – in vari formati – tramite il sito Internet della stessa, finalizzate al rafforzamento della fede dei cattolici nostri fratelli, siano essi membri del clero o religiosi o laici.

Un caso di Chiesa e Stato insieme per la bellezza e il bene dell'umanità: il presidente del Gabon supporta nuova Chiesa di rito romano tradizionale

By Rorate Caeli riprendo il
Comunicato Stampa
della Presidenza della Repubblica del Gabon
[qui]
20 gennaio 2015
Una bella notizia, pur nel suo evidente intento politico a favore dell'immagine del Presidente.
Ma ce ne fossero!

Libreville, 20 gennaio 2015 - Grazie alla visione e al sostegno personale del Presidente della Repubblica, i cattolici di Libreville ma anche tutti i cittadini del Gabon - noti per il loro amore per la bellezza e l'arte - potranno presto godere del capolavoro di un'opera architettonica nel quartiere STFO: la chiesa parrocchiale di Notre Dame de Lourdes e la sua facciata decorata con piastrelle blu.

Questa nuova chiesa, la cui costruzione è iniziata già da alcuni anni, è opera di una giovane comunità sacerdotale, l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, fondata 25 anni fa in Gabon da mons. Gilles Wach, col Supporto di Mons Cyriaque Obamba, allora Vescovo di Mouila.

mercoledì 18 febbraio 2015

È in atto una guerra per la sopravvivenza della fede cattolica

La risposta del martedì di Alessandro Gnocchi [qui] questa settimana riguarda Adinolfi e “La Croce”: il riscontro di alcuni messaggi ambigui da parte di un lettore del nuovo quotidiano e la veemente risposta del direttore, che relega le obiezioni tra le “quisquilie e le cretinate”. Egli apostrofa la critica come foriera di divisione nel tentativo di “preservare angoli di presunta purezza ideologica pieni di polvere”, con un linguaggio da stratega politico [qui], senza alcuna consapevolezza che in corso non c'è una lotta tra fazioni, ma tra la verità e la menzogna,  la cui posta in gioco è la conservazione della fede cattolica.
Sento tuttavia di dover fare dei distinguo per alcune firme presenti in quel contesto, che ritengo animate da fede sincera e da impegno coerente.

Caro Grezio,
il mondo cattolico è conciato davvero male se ci tocca occuparci di Mario Adinolfi e delle sue intraprese giornalistiche. Visto con un minimo di distacco e usando le categorie politiche che il protagonista stesso non disdegna, il fenomeno a cui si riferisce può essere definito così: un gruppetto di cattolici di destra guidato da un cattolico di sinistra. Quale sia la direzione in cui si marcia e dove si andrà a finire, la storia degli ultimi decenni ce lo ha già mostrato. D’altra parte va riconosciuto che Adinolfi è onesto circa la sua collocazione politica, tanto da averlo dichiarato nel titolo del libro che grazie a un’allegra compagnia di giro sta vendendo nelle più rinomate piazze d’Italia: “Da sinistra contro i falsi miti di progresso”.

martedì 17 febbraio 2015

"Ad una liturgia devastata non si può opporre una liturgia raffazzonata alla meglio per accontentare tutti, ma il ripristino della stessa nella sua forma ordinata, com'era prima del suo crollo"

Un filmato proposto da Traditio liturgica rinvenuto su youtube: si tratta di una messa solenne in periodo per annum tenuta in Inghilterra nel 1960 nel collegio cattolico di Ushaw. Ecco cosa scrive, trovandoci d'accordo, Una fides, da cui l'ho ripreso.

Questa liturgia, lo ammetto, non cessa di esercitare su di me ammirazione se non altro perché qui la forma simbolica è chiarissima; la liturgia è una serie di azioni e parole in perfetta concatenazione tra loro. A vederla non si ha solo una sensazione estetica ma quella che ogni cosa sta al suo giusto posto. La messa cattolica tradizionale (nella sua versione postridentina) è l'ultimo stadio della messa latina medioevale ereditata a sua volta dalla liturgia patristica della Chiesa di Roma, per quanto con alcuni aggiustamenti e con aggiunte nel tempo. Pur passando attraverso l'epoca scolastica con la sua impostazione razionale, il suo cuore resta patristico [e prima ancora, Apostolico - ndR].
L'esecuzione è ammirevole: non ho mai sentito così tante voci cantare appropriatamente le parti variabili (introito, graduale, alleluia, offertorio communio). Il momento più alto della liturgia cattolica prima del suo crollo avvenuto inaspettatamente pochissimi anni dopo per innegabile volere delle più alte dignità ecclesiastiche a cui seguì (e continua a seguire) una vera e propria furia iconoclasta liturgica!
La soluzione è già stata data nella storia della Chiesa: all'arianesimo non si può opporre un semi-arianesimo, ad una liturgia devastata non si può opporre una liturgia raffazzonata alla meglio per accontentare tutti, ma il ripristino della stessa nella sua forma ordinata, com'era prima del suo crollo.