Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 30 giugno 2016

1° luglio. Continuiamo l'Operazione 'Assalto al Cielo' del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Vedi precedenti quiqui - qui - qui - qui - qui. E davanti alla Vergine di Czestochowa: qui - qui.

Domani 1° luglio, come il primo giorno di ogni mese, a Roma - ore 7:00am, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Chi di voi, in questo mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, volesse pregare le Litanie al Preziosissimo Sangue, le può trovare qui.


Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 40.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.
Quando domani, 1° luglio, direte il vostro Rosario, ricordate di pregare per le intenzioni di tutti i Guerrieri del Rosario, così come loro pregano anche per le vostre.
« Il potere del Rosario è superiore ad ogni descrizione! » affermava l'Arcivescovo Fulton Sheen. Usate dunque questa preghiera potente per prendere d'assalto il Cielo e rivolgere a Dio e alla Benedetta Vergine Maria le seguenti intenzioni:

mercoledì 29 giugno 2016

Card. Caffarra. MISERICORDIA E CONVERSIONE: simul stant, simul cadunt.

La conferenza da cui è tratto il testo che segue è stata svolta il 30 maggio 2016 ad Ancona nell’ambito dell’iniziativa «Inscindibili: Giustizia, Verità Misericordia. Se mancano le prime due, l’ultima non è tale», realizzata dall’associazione culturale Oriente Occidente.

MISERICORDIA E CONVERSIONE: simul stant, simul cadunt.

Questa sera vorrei riflettere con voi sul più grande e drammatico evento che accade su questa terra: l’incontro della divina misericordia con l’uomo peccatore, e la giustificazione di questi. Dunque non parlerò della misericordia come virtù morale dell’uomo, ma esclusivamente come divino attributo.

1. Consentitemi di iniziare da un testo di sant’Ambrogio. In una delle sue opere principali, I sei giorni della creazione, dopo aver meditato sulla creazione dell’uomo, scrive:
«Ringrazio il Signore Dio nostro che ha creato un’opera così meravigliosa nella quale trovare il suo riposo. Creò il cielo e non leggo che si sia riposato; creò la terra e non leggo che si sia riposato; creò il sole, la luna, e le stelle e non leggo che si sia riposato; ma leggo che ha creato l’uomo e che a questo punto si sia riposato avendo un essere cui rimettere i peccati» (1).
Il testo è profondo, oltre che dotato di una sua intima bellezza. Cerchiamo di coglierne il pensiero.

Comunicato del Superiore della Fraternità San Pio X

Aggiornamento: 30 giugno 2016 I.Media - All'indomani della dichiarazione del Superiore generale della FSSPX sugli "errori" dottrinali incoraggiati da papa Francesco, il prelato vaticano [Mons. Guido Pozzo] incaricato di portare avanti le discussioni con i tradizionalisti non vede "assolutamente una porta chiusa" per il loro ritorno nell'alveo di Roma. Le discussioni tra Roma ed Écône dovrebbero riprendere dopo l'estate.
***
Ovviamente la versione preconcetta della Pravda vaticana è che "i lefebriani non vogliono l'accordo": ma il comunicato che segue rende pienamente ragione della difficile e certamente sofferta decisione.
E in cauda venenum, visto  che l'articolo citato conclude affermando: «Negli ultimi mesi si era infatti parlato semplicemente di un riconoscimento canonico per la Fraternità, che avrebbe acquisito lo status di «prelatura personale» alle dirette dipendenze della Santa Sede. Le parole di Fellay nel comunicato del 29 giugno lasciano intendere di non essere molto attratti neanche da questa possibilità». Ma si ignorano le recenti dichiarazioni di Bergoglio a La Croix, che avevano cambiato totalmente l'approccio inclusivista senza condizioni, rispondendo ad una domanda dell'intervistatore: --i lefebvriani sono «cattolici sulla strada della piena comunione», ricordando che il Concilio Vaticano II ha il suo valore e che bisogna procedere nel dialogo con questi tradizionalisti «lentamente e con pazienza»--.
Di fatto non è detto che il comunicato significhi che la questione è chiusa e le trattative siano interrotte, ma può vedersi come un segnale dato a Roma che ribadisce una posizione netta e non negoziabile. Il segnale è dunque arrivato a destinazione. Il resto si vedrà.

A conclusione della riunione dei superiori maggiori della Fraternità San Pio X, tenutasi in Svizzera, dal 25 al 28 giugno 2016, il Superiore generale ha trasmesso il seguente comunicato:

Scopo della Fraternità San Pio X è principalmente la formazione dei sacerdoti, condizione essenziale per il rinnovamento della Chiesa e per la restaurazione della società.
  1. Nella grande e dolorosa confusione che regna attualmente nella Chiesa, la proclamazione della dottrina cattolica richiede la denuncia degli errori che si sono fatti strada in essa e sono, purtroppo, incoraggiati da un gran numero di pastori, tra cui lo stesso Papa.
  2. La Fraternità San Pio X, allo stato attuale di grave necessità che le conferisce il diritto e il dovere di amministrare aiuto spirituale alle anime che si rivolgono ad essa, non cerca in primo luogo un riconoscimento canonico, a cui ha diritto come opera cattolica. Ha un solo desiderio: portare con fedeltà la luce della Tradizione bimillenaria che mostra l'unica via da seguire in questa epoca di buio in cui il culto dell'uomo sostituisce il culto di Dio, sia nella società che nella Chiesa.
  3. La "restaurazione di tutte le cose in Cristo" perorata da San Pio X, alla sequela di san Paolo (cfr. Ef 1,10), non può avvenire senza il supporto di un Papa che favorisca concretamente il ritorno alla Sacra Tradizione. In attesa di quel giorno benedetto, la Fraternità San Pio X si propone di raddoppiare gli sforzi per stabilire e per diffondere, con i mezzi che la Divina Provvidenza le conferisce, il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
  4. La Fraternità San Pio X prega e fa penitenza per il Papa, perché egli possa avere la forza di annunciare la fede e la morale cattolica nella loro interezza. In questo modo egli accelererà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria che noi desideriamo ardentemente mentre ci avviciniamo al centenario delle apparizioni di Fatima.
Vescovo Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X
Ecône, 29 giugno 2016
Festa dei Santi Pietro e Paolo
(Fonte: FSSPX / MG - DICI in data 29 Giugno 2016) 
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

martedì 28 giugno 2016

Bouquet spirituale per il Cardinale Raymond Leo Burke

Nell'anniversario della sua ordinazione sacerdotale, 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, Catholic Action For Faith And Family ci invita a unirci a loro per presentare a Sua eminenza il Cardinale Raymond Burke un bouquet spirituale, ringraziandolo per la sua fedeltà alla Santa Madre Chiesa. 
Attraverso queste nostre preghiere, chiediamo al Signore e alla Sua e nostra Madre Benedetta che continuino ad ispirarlo in modo speciale nella sua vocazione sacerdotale e gli concedano la grazia sufficiente per continuare ad essere un fedele difensore della fede cattolica, un intrepido custode della verità, un pastore devoto e un'amorevole guida delle anime sulla via della salvezza. Chi è interessato può cliccare qui.

Discorso di Benedetto XVI nel 65esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale



Il testo trascritto
Santo Padre, cari fratelli,
65 anni fa, un fratello ordinato con me ha deciso di scrivere sulla immaginetta di ricordo della prima Messa soltanto, eccetto il nome e le date, una parola, in greco: “Eucharistómen” ( Ευχαριστούμεν ), convinto che con questa parola, nelle sue tante dimensioni, è già detto tutto quanto si possa dire in questo momento. “Eucharistómen” dice un grazie umano, grazie a tutti. Grazie soprattutto a Lei, Santo Padre! La Sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. Più che nei Giardini Vaticani, con la loro bellezza, la Sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che Lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio.
Grazie pure a Lei, Eminenza [Cardinale Sodano], per le Sue parole che hanno veramente toccato il cuore: “Cor ad cor loquitur”. Lei ha reso presente sia l’ora della mia ordinazione sacerdotale, sia anche la mia visita nel 2006 a Freising, dove ho rivissuto questo. Posso solo dire che così, con queste parole, Lei ha interpretato l’essenziale della mia visione del sacerdozio, del mio operare. Le sono grato per il legame di amicizia che fino adesso continua da tanto tempo, da tetto a tetto [si riferisce alle loro abitazioni che sono in linea d’aria vicine]: è quasi presente e tangibile.
Grazie, Cardinale Müller, per il Suo lavoro che fa per la presentazione dei miei testi sul sacerdozio, nei quali cerco di aiutare anche i confratelli a entrare sempre di nuovo nel mistero in cui il Signore si dà nelle nostre mani.
Eucharistómen”: in quel momento l’amico Berger voleva accennare non solo alla dimensione del ringraziamento umano, ma naturalmente alla parola più profonda che si nasconde, che appare nella Liturgia, nella Scrittura, nelle parole “gratias agens benedixit fregit deditque”. “Eucharistómen” ci rimanda a quella realtà di ringraziamento, a quella nuova dimensione che Cristo ha dato. Lui ha trasformato in ringraziamento, e così in benedizione, la croce, la sofferenza, tutto il male del mondo. E così fondamentalmente ha transustanziato la vita e il mondo[1] e ci ha dato e ci dà ogni giorno il Pane della vera vita, che supera il mondo grazie alla forza del Suo amore.
Alla fine, vogliamo inserirci in questo “grazie” del Signore, e così ricevere realmente la novità della vita e aiutare per la transustanziazione del mondo: che sia un mondo non di morte, ma di vita; un mondo nel quale l’amore ha vinto la morte.
Grazie a tutti voi. Il Signore ci benedica tutti.
Grazie, Santo Padre.
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1. Probabilmente lo dice come analogia. Tuttavia Gesù Signore non ha transustanziato la vita e il mondo; ma il Suo Corpo e il Suo Sangue, offerti al Padre in espiazione, causa del nostro riscatto e condizione per la nostra ri-generazione nella Risurrezione. Fonte di salvezza solo potenzialmente per tutto il mondo e, realmente, in Lui con Lui e per Lui, per chi Lo accoglie... Mi spiace averlo "dovuto" dire. Ma penso che non sia il caso di dare adito a possibili fraintendimenti, che peraltro vengono fuori anche perché un'affermazione del genere evoca gli echi antropocentrici di Gaudium et Spes, 22 : Gesù si è "in qualche modo" incarnato in tutti gli uomini. [qui - qui - qui]

Joseph Ratzinger 65 anni dopo

Interessante articolo odierno di Sandro Magister, che riprendo di seguito non senza qualche notazione e alcuni richiami essenziali.
In relazione alle puntualizzazioni del card. Müller, sul Gesù-laico, ricordiamo le affermazioni del card. Maradiaga, uno dei componenti il Consiglio della Corona, organo collegiale costituito dal Papa attuale [qui - qui]. Cui aggiungo, per gli approfondimenti, una Lettera aperta di un sacerdote ai sacerdoti [qui] e un richiamo ai sacerdoti unti e mandati (altro che Lavanda dei piedi agli infedeli e alle donne!) [qui].
Oltre a ricordare la differenza teologica ed ecclesiologica, tra l'Assemblea che celebra e il Sacerdote che presiede nel NO e il Sacerdote che celebra in persona Christi nel Rito antiquior[1], vi rimando anche a questo testo in cui si evidenzia, già nella Sacrosanctum Concilium, l'oltrepassamento di un fondamento costante della nostra fede [qui], nonché alle variazioni alla Formula consacratoria [qui]. È anche nella Liturgia, lex orandi lex credendi, che si rivela e dispiega effetti ormai ineludibili la rivoluzione antropocentrica operata dal concilio, che oggi ci mostra le sue estreme conseguenze. (M.G.)
________________
1. Si tratta del punto chiave della nuova spiritualità indotta dalla Riforma liturgica, sviluppata in chiave antropocentrica anziché cristocentrica. Giova dunque ribadire che la Santa Messa non è né una narrazione, né una rappresentazione e neppure la un convivio fraterno (sacro convivio se mai lo diventa dopo il Sacrificio e non senza di esso); ma è il Sacrificio di Cristo Signore, la sua obbedienza e lode al Padre sino alla fine, che si rinnova su ogni altare ad ogni celebrazione fino alla fine dei tempi. È un fatto che si compie ogni volta sull'Altare nel mistero: Actio di Cristo - compiuta in persona Christi dal Sacerdote alla quale ogni fedele si unisce e partecipa, nella Comunione dei Santi -, la cui sobria sacralità insieme alla fedeltà alle solenni formule del Rito antiquior, rende impossibile ogni abuso liturgico e ogni tentazione, sia da parte del Sacerdote che dell'Assemblea, di sostituirsi al vero Protagonista. La Questione liturgica a 50 anni dal Vaticano II è affrontata con completezza qui.

"E così sul sacerdozio cattolico si abbatté la furia della critica protestante". Nell'anniversario dell'ordinazione sacerdotale del futuro Benedetto XVI, il cardinale Müller racconta la sua indomita resistenza all'offensiva dei seguaci di Lutero 
ROMA, 28 giugno 2016 – "Nel momento in cui l’anziano arcivescovo impose le sue mani su di me, un uccellino – forse un’allodola – si levò dall’altare maggiore della cattedrale e intonò un piccolo canto gioioso. Per me fu come se una voce dall’alto mi dicesse: va bene così, sei sulla strada giusta".

Nell'autobiografia di Joseph Ratzinger c'è anche questo ricordo della sua ordinazione al sacerdozio, avvenuta 65 anni fa, il 29 giugno 1951, festa dei santi Pietro e Paolo, nel duomo di Frisinga per mano del cardinale Michael von Faulhaber.

A festeggiare la ricorrenza col papa emerito, nella Sala Clementina, c'è oggi anche papa Francesco.

Nell'occasione, è offerto a Ratzinger un volume che raccoglie 43 sue omelie, con una prefazione dello stesso Francesco, anticipata alcuni giorni fa da "la Repubblica" e da "L'Osservatore Romano":

lunedì 27 giugno 2016

Sfregiata la Statua di S. Petronio a Bologna: "allah akbar"

Purtroppo se Bologna piange, le altre città italiane non ridono. Ricordiamo anche il recente connubio Sala/Scola (Sindaco/Arcivescovo) in ordine alla moschea a Milano e gli atteggiamenti di sfrontata dhimmitudine di troppi vescovi nonché delle forze politiche di sinistra, nel cui vuoto di valori nichilista trovano spazio i musulmani ai quali si sono sbrigati a concedere il diritto di voto. Auxilium Christianorum, ora pro nobis! Nella loro ignoranza non sanno o nella loro colpevole indifferenza non si curano che, in virtù della taqqiya/dissimulazione, oggi si mostrano moderati e dialoganti; ma una volta moltiplicatisi non esiteranno ad imporre le loro barbariche leggi, non solo spirituali...

 

Ricevo inquietudini locali, perciò prelevo dal giornale cittadino:

" “allah akbar”. La scritta è comparsa la notte scorsa sul basamento della statua di San Petronio, patrono della città, in piazza di porta Ravegnana, sotto le Due Torri.
La frase in arabo, letteralmente “allah è grande”, è stata vergata con spray bianco: nella zona ci sono diverse telecamere che potrebbero rendere identificabile l’autore. La scritta, sotto la statua del santo patrono, potrebbe essere una bravata o una provocazione. Ma in un momento di allerta massima contro il terrorismo, nessun segnale va sottovalutato.

Il sindaco PD, appena riconfermato, Virginio Merola afferma: "Mi auguro sia solo una bravata di qualche sciocco. Bologna ha dimostrato di essere una città dove diverse culture e religioni da secoli convivono e sanno dialogare, gesti simili non possono trovare cittadinanza. Ho già attivato il settore competente per la pulizia del monumento"

Sabato scorso c'era appena stata una manifestazione, un gay pride, dopo la rielezione a sindaco del nostro.
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n.d.r. : sarà vero, ma forse andrebbe anche verificato, che "culture e religioni convivono da secoli", ma alcune di esse secoli fa non c'erano a Bologna, e nemmeno 50 anni fa; e poi mica tutte "convivono", ma non vorrei dilungarmi.
Chiaramente si faranno indagini: personalmente ho alcune perplessità: la scritta antistatuadiSanto, fatta per di più tra le telecamere, presenta anche una traslitterazione scorretta, che sarebbe casomai "allahu akbar", il che fa pensare al solito stravagantone;
non si capirebbe nemmeno il senso di opporsi così, di faccia, alla Fede Cattolica che almeno ufficialmente afferma negli ultimi decenni insistentemente che si tratta dello stesso Dio;
il nuovo vescovo, Mons. Zuppi, intrattiene relazioni di amicizia, dialogo e frequentazione con i musulmani cittadini, ed è favorevole non solo a nuove moschee, ma anche all'introduzione di feste musulmane nelle scuole.

Danilo Quinto. Il continente della legge divina

«Prima di uscire di casa ho visto il Messaggero ma non c'era ancora un esito definitivo». Sembra la frase di un impiegato che parla con il suo collega nella metropolitana.
La casa in questione, però, è Santa Marta. L’impiegato è il Papa, che sull’aereo che lo porta in Armenia, dice ai giornalisti: «L'esito referendario ci richiede una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e, nello stesso tempo, la convivenza per il continente europeo. Ma avremo modo di parlarne al rientro, durante la conferenza stampa di ritorno». 
In attesa di quello che dirà al rientro, è sufficiente quello che ha già detto.

È entrato a piedi uniti nel dibattito politico, lui che governa i Vescovi suggerendo loro di non immischiarsi su una legge immonda come il matrimonio sodomitico.

domenica 26 giugno 2016

Ancora mons. Gänswein. Sulle dimissioni di papa Benedetto 'la natura ha parlato'

Riprendiamo, nella nostra traduzione, un articolo del 25 giugno scorso di Anian Christoph Wimmer (Catholic News Agency). Stile molto colloquiale. In realtà nulla di nuovo rispetto all'intervento di Mons Georg Gänswein [qui] - da me commentato qui - che ha suscitato le reazioni di cui si parla. Tranne la notazione finale sulla cosiddetta 'Profezia dei Papi' di Malachia, che francamente appare sorprendente sia nella domanda che nella risposta. E anche col riferimento indecifrabile, che io ne sappia, a San Filippo Neri.

Mons Georg Gänswein, il collaboratore personale più stretto del Papa Emerito Benedetto XVI, in una nuova intervista parla delle dimissioni di Benedetto, della reazione negativa alle sue recenti affermazioni su un "ministero petrino allargato", e altro ancora.
Qual è il punto di vista di Benedetto XVI sulle sue storiche dimissioni? Il suo segretario monsignor Georg Gänswein com'è arrivato alla controversa osservazione su un "ministero petrino allargato"? Che dire della "Profezia di Malachia", che vede presumibilmente Francesco come l'ultimo pontefice?

In una recente e franca conversazione col veterano corrispondente da Roma di EWTN, Paul Badde, Gänswein ha espresso la sua opinione su queste ed una serie di altre questioni.
L'arcivescovo tedesco attualmente è al servizio di Papa Francesco come Prefetto della Casa Pontificia e ha inoltre mantenuto le sue funzioni di segretario del pontefice in pensione [!?] Benedetto XVI. La conversazione precede di poco il 65° anniversario della ordinazione sacerdotale di Papa Benedetto, per il quale è fissata una cerimonia in Vaticano il 28 giugno prossimo.

don Elia. La sagra delle corbellerie

Sembra che non ci sia proprio fine al getto continuo di bestialità cui ci ha abituato, nostro malgrado, il pontificato targato AL (America Latina). Come però è stato opportunamente osservato, anche nella Chiesa c’è un limite di sopportabilità, pur con tutto l’aiuto della grazia, specie se chi dovrebbe rappresentare Nostro Signore si diverte a bestemmiarlo come un ragazzino che sa di farla sempre e comunque franca. Il tempo massimo di sopportazione di una prova permessa da Dio, secondo la Bibbia, si aggira intorno ai tre anni e mezzo; possiamo quindi chiedere convintamente al Cielo che, dal 13 settembre prossimo, dia un’occhiata verso Santa Marta e provveda, in un modo o in un altro, a porre fine a questo interminabile scandalo che devasta la vita delle anime.

sabato 25 giugno 2016

Matteo Donadoni. Il Brexit si ferma al vallo di Adriano

Anche questo articolo di Campari & De Maistre merita di essere ripreso. È la nostra storia da non dimenticare. Quella che ci fa Europei. Il meticciato globalista non ha niente a che fare con essa e con la civiltà che ha forgiato, pur con tutte le sue pecche da correggere e divisioni da superare. Ma senza tralasciare i veri fondamenti.

 Et maiores et posteros vestros cogitate.
(Tacito, Agricola)

L'Inghilterra prima del Brexit e l'Inghilterra
prima dell'Inghilterra (clicca per ingrandire)
“Matteo, ma cosa diavolo stai facendo?” – Mi disse sconvolta mia moglie, trovandomi commosso nel giardino dello straordinario museo archeologico di Vindolanda, sul Vallo di Adriano, dove avevamo passeggiato quella mattina, in un fresco ed insieme soleggiato agosto inglese.
Pietrificato, come un busto romano con le lacrime agli occhi, in un infrangibile sentimento, ero immobile di fronte ad una vecchia lapide di marmo che recitava l’onore, il compianto ed il ringraziamento del Governo Britannico a tutti i quei legionari romani eroicamente caduti in difesa dell’Inghilterra. Surreale quanto vero.

Tacito nell’Agricola narra le gesta dei soldati romani impegnati a difendere i confini di quella che all’epoca si chiamava Britannia, un territorio impervio sottratto alle ostili tribù locali. I feroci Picti, scampati senza danni né migliorie alla fine del neolitico.

M. Blondet. Ritroviamo la nostra identità. Sapendo cos’è.

Brexit: l'analisi di Blondet merita di essere ripresa. E meditata.

L’aborto libero e legale – grande “conquista delle donne” – in Gran Bretagna ha trovato un particolare favore tra le comunità di origine indiana e pachistana: che l’ha usato come mezzo gratuito e pulito per eliminare le nasciture femmine, che in quelle culture sono un peso morto e un costo economico  in pura perdita, perché vanno fornite dalla loro famiglia di una dote esosa che godrà, poi, la famiglia del marito.

Ecco un caso spaventoso in cui ciò che nella nostra società progressista è passata come “conquista” del femminismo, un diritto civile per “la liberazione della donna”, viene strumentalizzato da altre colture etniche venute in Occidente, per perpetuare il più tribale oscurantismo che decreta l’ inferiorità femminile, anzi perfezionandolo: quello che là è infanticidio, qui è aborto selettivo fornito dal servizio sanitario nazionale nell’asettico ambiente ospedaliero. Una strage delle innocenti (altro che femminicidi!) nell’Occidente ‘avanzato’.

venerdì 24 giugno 2016

L'Agenda del Vescovo Mario Oliveri

Domenica 26 Giugno 2016 alle ore 11,00
S.E.R. Mons. Vescovo +Mario OLIVERI visiterà la

Parrocchia di S. Tommaso Apostolo in Dolcedo (IM)

e celebrerà Solennemente la Santa Messa
Oremus et pro Antistite nostro +Mario. Stet et pascat in fortitudine Tua, Domine, in sublimitate Nominis Tui.

Venerdì 24 giugno. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana [qui]

In questo mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, continuiamo il nostro impegno nella preghiera di riparazione. 
Giovedì 16 u.s., in occasione del Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, Bergoglio non solo ha dichiarato che tante convivenze sono “matrimoni veri”, oltraggiando così nuovamente il Sacramento del matrimonio, ma ha anche parlato di Nostro Signore Gesù Cristo usando espressioni inaccettabili che sono vere bestemmie. Non riportiamo qui le frasi di Bergoglio su Nostro Signore perché ripugna scriverle. Inutilmente la Sala Stampa vaticana ha poi pubblicato un testo in cui le espressioni peggiori sono maldestramente mitigate. La videoregistrazione del discorso (in particolare dopo il minuto 57) resta a testimoniare le gravissime frasi pronunciate. Preghiamo perciò in riparazione di queste gravi offese al Sacro Cuore di Gesù e non scordiamoci di pregare anche perché il Signore doni alla Sua Chiesa Santi Sacerdoti.

Per la nostra formazione, leggiamo la Seconda omelia dalle Lodi alla Beata Vergine di San Bernardo di Chiaravalle. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

Una svolta per l'Europa. Quale Europa?

Un commento al volo, così a caldo, dopo l'esito Brexit.
Quello denunciato da Oriana Fallaci è solo uno degli aspetti che ci dovrebbero vedere critici e far prendere le distanze da questa Europa, che non è l'Europa delle nostre Radici tanto giudaico-cristiane quanto greco-romane, che hanno forgiato la civiltà che permette agli invasori di accampare diritti che nei paesi d'origine non hanno, nella suicidaria inerzia di governanti assoggettati al pensiero unico mondialista..
Questa è l'Europa delle élites transnazionali e tecnocratiche che stanno soffocando le identità nazionali, operando concretamente per il meticciato globalista, con l'inusitato avallo persino dei vertici ecclesiali...
Di fatto tuttavia il Regno Unito, col Brexit, ma prima ancora, si trova già in condizioni diverse dalle nostre, in una sudditanza ridotta. E probabilmente, oltre ai residuati del Commonwealth, conserva anche l'aggancio agli U.S.A. Tutto da vedere dunque come si configureranno le azioni/reazioni politiche ed economiche.
In ogni caso questo è un momento di svolta. Speriamo che prevalgano le forze autenticamente Europee, che vadano oltre la finanza senza etica e riaffermino i valori. Non quelli illuministi, che hanno portato al nichilismo attuale, ma quelli cristiani - validi anche per chi conservi onestà intellettuale a prescindere dalla confessione religiosa - che hanno forgiato la vera civiltà europea. Questa è la nostra sfida per il futuro.

Intervista proibita a Mons. Lefebvre

Introduzione: La seguente intervista con l'Arcivescovo sarebbe stata pubblicata nel 1978 dalla Catholic Press se la Conferenza Americana dei Vescovi cattolici non avesse minacciato l'editore della pubblicazione con scomunica e l'estinzione virtuale della pubblicazione stessa se l'intervista fosse stata pubblicata... Di fatto, i vescovi ordinarono che nessuna testata cattolica pubblicasse questa intervista con l’Arcivescovo Lefebvre. (Un sentito ringraziamento a “SPL”, 300 Independence Ave., S.E., Washington, D.C. 20003).
Oggi si comprendono appieno le ragioni del perché Mons.Lefebvre, uomo di Fede, era tanto temuto da quei sacerdoti e religiosi che con i loro maneggi hanno dato compimento al colpo da maestro di Satana...   

Intervista: Lei ha dibattuto e preso parte alle deliberazioni del Concilio Vaticano II, vero?

Mons.Lefebvre: Sì.

Non firmò e non accettò le decisioni di questo Concilio?

No. Innanzitutto io non ho firmato tutti i documenti del Vaticano II a causa degli ultimi due atti. Il primo, riguardo la “Religione e Libertà” [“La libertà religiosa” (Dich. Conc. «Dignitatis Humanae») – n.d.t. ] non l’ho firmato. neppure l'altro, quello de “La Chiesa nel  ..... mondo contemporaneo”, ho firmato. Questo secondo documento è, secondo la mia opinione, il più ispirato da modernismo e liberalismo.

giovedì 23 giugno 2016

Spiritus et Sponsa

Ci siamo occupati di striscio, in qualche commento interno, del Concilio Panortodosso. Riprendo qui una Introduzione di don Giovanni Scalese. Il testo intero [qui]

Di ecumenismo, confesso, mi sono sempre interessato poco. Anche nel caso del concilio (che doveva essere panortodosso) in corso in questi giorni a Creta, non ho seguito molto le vicende che hanno portato al suo fallimento, prima ancora che iniziasse, per l’assenza delle delegazioni di Antiochia, Georgia, Bulgaria e Mosca. Un tempo mi sarei rallegrato di questo insuccesso (ché di questo si tratta, a prescindere dalle conclusioni a cui giungerà l’incontro, dal momento che esse saranno comunque non vincolanti) perché dimostra l’incapacità dell’Ortodossia di raggiungere un qualsiasi consenso dopo lo scisma con Roma. Oggi mi rallegro dello smacco per altri motivi, che sono quelli esposti nelle riflessioni che un amico ha pubblicato su Facebook e che mi pare utile condividere con voi. 
“W il primato”, mi ha scritto in questi giorni un confratello. Una volta avrei sottoscritto senza esitazione; oggi avrei qualche perplessità: ciò che doveva essere la nostra forza, si sta rivelando la nostra debolezza; mentre, al contrario, ciò che appariva finora il punto debole dell’Ortodossia sembrerebbe risultare il segreto della sua vitalità. Nell’assalto del mondo contro la Chiesa, il sistema immunitario delle comunità ortodosse dà l’impressione di essere piú efficiente di quello della Chiesa cattolica. È troppo forte il fascino che il mondo esercita sulle élites che detengono il potere, nella società come nella Chiesa. Più resistenti sono gli anticorpi presenti nella “base”, della società come della Chiesa. È ovvio che in un sistema “sinodale” come quello ortodosso le difese immunitarie abbiano maggior possibilità di reagire. Non nascondo un pizzico di invidia. Resta la speranza che lo Spirito, nella sua fantasia talvolta bizzarra, sappia trovare anche per la Chiesa cattolica il modo di farla reagire alla lenta e inarrestabile resa di fronte al mondo.[...]

Piero Vassallo. L’inganno del matrimonio gay

Anche Piero Vassallo recensisce il libro da noi tradotto e promosso. Qui la Presentazione di Paolo Pasqualucci. Precedenti qui e qui.
La scienza dice No. L’inganno del matrimonio gay – di Gerard J. M. Van Den Aardweg – ed. Solfanelli (pag. 168, € 12,00)

“L’imponente diffusione dell’ideologia gay fa parte di un programma filosofico [il neo-illuminismo nichilistico e incolto, che mira ad instaurare il Regno dell’Uomo] che ha veramente gettato alle ortiche ogni senso comune e ogni senso morale, ogni tradizione autenticamente religiosa e anche la conoscenza della vera psicologia.” [Johan Huizinga (1872-1945)].
Il naufragio della filosofia illuministica nelle acque di quel delirio americano/onusiano, che giustifica e approva gli atti dell’immondo vizio contro natura, è l’oggetto di una puntuale, convincente introduzione dell’autorevole Paolo Pasqualucci al saggio “La scienza dice No. L’inganno del matrimonio gay”. Il testo in questione è stato scritto da un influente psicoterapeuta olandese, Gerard J. M. Van Den Aardweg e magistralmente commentato da Paolo Pasqualucci, al fine di confutare l’opinione pseudo scientifica ma squisitamente democratica e progressista, che nell’omosessualità contempla e quasi venera un orientamento sessuale naturale e innato e non una deviazione libertina, trattabile e riducibile con le terapie suggerite dalla scienza medica (purtroppo minoritaria e silenziata) che non è asservita alla rumoreggiante utopia postmoderna.

mercoledì 22 giugno 2016

Christina uccisa in odio alla sua fede. Ecco chi era

Un caso sconcertante di omicidio per odio religioso, in questo caso contro i cristiani, da parte di uno squilibrato. Un altro. E nella stessa città e il giorno prima della strage di Orlando.... Un caso stranamente messo subito a tacere. Per questo ne vogliamo parlare, in memoria di Christina Grimmie, la 22enne cantante americana resa famosa da The Voice USA, che con una voce angelicamente potente, in un corpo da adolescente cantava: «Solo in Cristo si trova la mia speranza». Christina è stata uccisa da un suo fan, Kevin James Lobi, che le ha sparato e nel cui computer la polizia ha trovato frasi d'odio contro i cristiani.

Danilo Quinto. Il compito della Chiesa e del cristiano

Guai se la Chiesa fosse solo aiuto da dare ai poveri. Le opere di carità sono doverose, ma le promesse di Cristo non sono l’estirpare dalla storia la povertà o l’ingiustizia sociale. Fanno parte del gioco dell’essere cristiano.

Gesù si è rivelato alla storia perché comprendessimo di essere salvati dal figlio di Dio. Il male che esiste su questa terra, finché Egli non ritornerà per distruggerlo, affliggerà nel nostre anime con il peccato e, quindi, le nostre vite, con le malattie, la povertà e la schiavitù. La Chiesa dovrebbe farci incontrare il Risorto, perché solo in Lui vive la speranza.

Quindi, al cristiano non rimane che vivere (assumere il male) proprio come ha fatto Gesù, per – piano, piano – vuotarsi di sé e riempirsi in maniera proporzionale della fede in Dio. Così, la morte è l’abbraccio in un atto supremo di amore.

martedì 21 giugno 2016

X anniversario di Giovani e Tradizione

Le celebrazioni per il Decennale di "Giovani e Tradizione" si svolgeranno, ad Acireale, il prossimo 24 - 25 - 26 giugno 2016.

Clicca sull'immagine per ingrandire
Programma: Santo Rosario ore 18.30 e canto delle Litanie lauretane. Santa Messa Tradizionale di Ringraziamento alle ore 19.00 celebrata da P. Vincenzo M. Nuara O.P. con l'Assistenza Pontificale di S.E.R. Mons. Antonino Raspanti Vescovo di Acireale.

Dopo la S. Messa: Discorsi commemorativi del Dott. Angelo Pulvirenti, del Can. Salvatore Pappalardo e di P. Vincenzo M. Nuara O.P.
Seguirà: Un vin d'honneur
TE DEUM

Sabato 25 giugno 2016
19.00: Presentazione del libro “Permanere nella Verità di Cristo:
Matrimonio e Comunione nella Chiesa Cattolica”

Domenica 26 giugno 2016
09.30-10.30 Confessioni
10.00 S. Rosario
10.30 S. Messa latino-gregoriana
Chiesa di S. Antonino di Padova - Via Vittorio Emanuele II, 144 Acireale CT
www.giovanietradizione.org - info 330.702501

Tutte le domeniche e le feste di precetto alle ore 10.30 presso la chiesa di S. Antonio di Padova in via Vittorio Emanuele II ad Acireale S. Messa Tradizionale in osservanza del Motu Proprio Summorum Pontificum


Michel Schooyans. Dalla casuistica alla misericordia - Verso una nuova arte di piacere?

Riprendiamo da La Bussola quotidiana [qui], riunificandone il testo lì pubblicato in tre parti, un breve saggio di monsignor Michel Schooyans: Dalla casuistica alla misericordia - Verso una nuova arte di piacere? dedicato all'eclissi della morale cattolica perseguita da teologi e pastori della Chiesa.
Monsignor Schooyans è professore emerito dell'Università di Louvain-la-Neuve (Belgio), membro della Pontificia Accademia di Scienze Sociali e consulente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. È autore di numerosi libri e saggi su bioetica, demografia, politiche globali dell'ONU. Su richiesta personale di Giovanni Paolo II, che lo volle come collaboratore della Santa Sede, ha scritto anche una Via Crucis per le famiglie (2001). Noto anche per aver scritto il libro Nuovo disordine mondiale, San Paolo Edizioni (2000). Introduzione di Joseph Ratzinger. Attualmente introvabile.

Dalla casuistica alla misericordia -
Verso una nuova arte di piacere?

di Michel Schooyans

1. Il partito che vuol smantellare la morale in nome del pietismo

Si potrebbe pensare che la casuistica sia morta e sepolta. Le controversie del XVII secolo definitivamente superate. Pochi sono quelli che leggono ancora le Lettere Provinciali e gli autori che Pascal (1623-1662) critica. 

Questi autori sono i casuisti, vale a dire i moralisti che si adoperano a risolvere i casi di coscienza senza cedere al rigorismo. Rileggendo le celebri Lettere, siamo rimasti colpiti dalla vistosa somiglianza tra uno scritto di controversia del XVII secolo e le posizioni difese oggi dai pastori e dai teologi che aspirano a cambiamenti radicali della pastorale e della dottrina della Chiesa. Il recente Sinodo sulla famiglia (ottobre 2014 – ottobre 2015) ha messo in evidenza una combattività riformatrice che le Lettere provinciali consentono oggi di comprendere meglio. Ecco che Pascal comincia a essere conosciuto in una luce inaspettata! Le pagine che seguono vogliono semplicemente suscitare la curiosità del lettore e aiutarlo a scoprire una nuova arte di piacere.

Michel Schooyans. Nuovo Disordine Mondiale

Il testo che segue è utile per fornire maggiori elementi su Mons. Michel Schooyans, autore di un recente saggio molto interessante, che pubblico contestualmente, apparso nei giorni scorsi su La Bussola quotidiana: "Dalla casuistica alla misericordia - Verso una nuova arte di piacere?" [da noi ripreso qui], dedicato all'eclissi della morale cattolica attualmente perseguita da teologi e pastori della Chiesa.
La presente Introduzione dell'allora cardinale Joseph Ratzinger al suo libro Nuovo disordine mondiale, San Paolo Edizioni (2000) sottolinea le critiche dell'Autore a molti aspetti di quelle che chiamiamo "culture di morte". Nella conclusione, Ratzinger loda, del testo, la corrispondenza del «contenuto concreto, politicamente realistico e realizzabile, con l’idea, così spesso espressa dal Papa (Giovanni Paolo II), di una “civiltà dell’amore”[1]» e ne auspica l'utilità ai fini di una vivace discussione per «preparare il futuro sulla base di modelli degni della dignità dell’uomo e capaci di assicurare anche la dignità di coloro che non sono in grado di difendersi da soli». Ma non c'è traccia dell'escatologia cristiana, mentre la dignità dell'uomo appare come un valore a sé stante, non collegata sull'orientamento a Dio, unica condizione su cui è fondata.  Il discorso escatologico sarebbe da verificare, nel testo, che tuttavia risulta introvabile...

Michel Schooyans – Nuovo disordine mondiale – San Paolo Edizioni (2000). 
Introduzione scritta dall'allora card. Joseph Ratzinger

Sin dagli inizi dell’Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente.

La promessa di felicità non è più legata all’aldilà, bensì a questo mondo.
Emblematico della tendenza dell’uomo moderno è l’atteggiamento di Albert Camus, il quale alle parole di Cristo “il mio regno non è di questo mondo” oppone con risolutezza l’affermazione “il mio regno è di questo mondo”.

Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.

lunedì 20 giugno 2016

XXXII Premio "Marchigiano dell'anno" ad Andrea Carradori

Programma del 32 premio “marchigiano dell’anno” di mercoledì 22 giugno 2016 alle ore 18,00 a Roma presso il Senato della Repubblica. Assegnato, quest'anno, ad Andrea Carradori.
L'ingresso è il seguente: Senato della Repubblica Palazzo Madama, Sala Koch Piazza S. Luigi de' Francesi, 9.
Saranno presenti
il Presidente Onorario del Ce.S.Ma.
Prof. Fernando Aiuti
il Presidente del Ce.S.Ma.
Dott. Franco Moschini
Con la partecipazione di
Rosanna Vaudetti
Presenta
Angelo Blasetti

Curriculum che la Commissione del Premio ha ritenuto valido per il conferimento del riconoscimento.

Pubblicità e intrattenimento “gender-friendly”

Riscossa cristiana commenta [qui] uno spot pubblicitario della Danone centrato su un papà “gender-friendly” (cfr. immagine a lato). A prima vista patetico e stucchevole, ma a ben pensare drammaticamente violento nella sua apparente quotidianità 'costruita'.

I responsabili della comunicazione di Danone hanno evidentemente scelto di andare incontro ai gusti e agli “umori” del mercato [o di contribuire a determinarli?] uscendo dal classico stereotipo del “papà maschio” per rappresentare il nuovo papà effeminato in perfetto stile gender

Ciò che preoccupa è che non è un caso isolato, ma è solo la punta dell'iceberg rispetto all'intera produzione di film, fiction, dibattiti, intrattenimento, spot pubblicitari e quant'altro costituisce il quotidiano bombardamento di immagini e contenuti che ci vengono propinati dai media di regime.

Card. Caffarra. Una Chiesa più povera di cultura è solo più ignorante

"Una Chiesa più povera di dottrina non è più pastorale, è solo più ignorante, e quindi più soggetta alle pressioni del potente di turno" (Card. Carlo Caffarra, 16 giugno 2016)
Dibattito fra mons. Caffarra e mons. Zuppi, sul cardinal Biffi
Bologna, duello fra arcivescovi
Chi è interessato ad ascoltare l'intero intervento del Card. Caffarra, può cliccare qui

«Una chiesa più povera di dottrina non è più pastorale ma solo più ignorante». Sono parole scandite con sorridente vigore da Carlo Caffarra, cardinale emerito di Bologna, e scatenano uno scroscio di applausi spontanei molto significativi. Siamo nella sala dello Stabat Mater dell'Archiginnasio di Bologna, per la presentazione di Ubi Fides Ibi Libertas [Ed.Cantagalli 2106] libro commemorativo nel primo anniversario della scomparsa del cardinale Giacomo Biffi.
Sono presenti, assieme per la prima volta, l'attuale arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi e, appunto, l'arcivescovo emerito, Cardinal Caffarra, che ha potuto lasciare la guida della diocesi soltanto l'ottobre scorso, due anni dopo aver raggiunto l'età pensionabile.

Il moderatore, il giornalista Paolo Francia, aveva introdotto l'evento come una disfida fra il principe della Chiesa, qual è il cardinal Caffarra, e «il principe laico di Bologna», Fabio Roversi Monaco, rettore del nono centenario dell'Alma Mater e padre del museo della città, Genus Bononiae. Ma gli applausi all'etichetta di «ignorante» assestata da Caffarra alla «Chiesa più povera di dottrina» segnalano piuttosto l'inizio di un derby fra i due leader della diocesi, cordiali e distesi entrambi ma così diversi da rappresentare il carattere delle due diverse Bologne che convivono da settant'anni in un'unica città.

domenica 19 giugno 2016

Chi accusa la Chiesa di avere una morale dura e rigida, in realtà accusa Cristo

Parole sempre attuali che parlano anche al nostro oggi perché, nella Verità, hanno il respiro dell'Eternità. Nel 1952 un Papa sapiente coglieva i prodromi e metteva in guardia da un pericolo oggi purtroppo divenuto realtà dolorosissima.
Prendendo dunque come stretta norma le parole di Cristo e dell’Apostolo, non si dovrebbe forse dire che la Chiesa di oggi è inclinata piuttosto alla condiscendenza che alla severità? Di guisa che l’accusa di durezza opprimente, dalla «nuova morale» mossa contro la Chiesa, in realtà va a colpire in primo luogo la stessa adorabile Persona di Cristo.

Dal radiomessaggio di Sua Santità Pio XII in occasione della Giornata della famiglia di domenica 23 marzo 1952.

La «morale nuova» afferma che la Chiesa, anzi che fomentare la legge della umana libertà e dell’amore, e d’insistervi quale degna dinamica della vita morale, fa invece leva, quasi esclusivamente e con eccessiva rigidità, sulla fermezza e la intransigenza delle leggi morali cristiane, ricorrendo spesso a quei «siete obbligati», «non è lecito», che hanno troppo sapore di un’avvilente pedanteria.

Ora invece la Chiesa vuole — e lo mette in luce espressamente quando si tratta di formare le coscienze — che il cristiano venga introdotto nelle infinite ricchezze della fede e della grazia, in modo persuasivo, così da sentirsi inclinato a penetrarle profondamente.

don Elia. L’èra dello “spirito”

La visione gnostica della storia la pensa come un inarrestabile progresso interno, come un processo mosso dal di dentro e articolato in fasi successive delle quali ognuna rappresenta il superamento delle precedenti ed è destinata ad essere a sua volta superata da qualcosa di ancora migliore. Tale, per esempio, era la tesi dell’abate cistercense Gioacchino da Fiore († 1202), che parlava di tre età, una del Padre, una del Figlio e una dello Spirito Santo. Inutile dire che l’ultima, la più perfetta, doveva coincidere proprio con la diffusione delle sue teorie, purtroppo condannate – come sempre per l’opposizione dei potenti, attaccati allo statu quo! – dal Concilio Lateranense IV (1215). A parte il crasso errore in materia di teologia trinitaria (le tre Persone non agiscono mai indipendentemente e come in concorrenza, poiché condividono la stessa natura e compiono sempre, insieme, un’unica e medesima operazione), è ovvio che chiunque potrebbe svegliarsi un mattino e pretendere che le sue folgoranti intuizioni diano inizio a un’èra nuova…

sabato 18 giugno 2016

Don Curzio Nitoglia. La psicologia analitica di Jung è più pericolosa dell'analisi di Freud?

Sono grata a don Curzio per questo articolo che, oltre a mettere in guardia da falsi spiritualismi, ci consente alcune escursioni attraverso l'intreccio con riferimenti e agganci a riflessioni precedenti che ho condensato nelle note con relativi link.

Introduzione

Carl Gustav Jung (1875-1961) ha dimostrato un grande interesse per le religioni in genere,  occidentali e specialmente orientali (C. G. Jung, Des rapports de la psycotérapie et de la direction de conscience, in La guérison psychologique, Ginevra, 1953; in  italiano le Opere complete di Jung sono state pubblicate dalla Bollati Boringhieri di Torino). Certamente egli è lontano dall’ateismo di Freud e dalla sua opinione negativa su tutte le religioni. 

Se si esamina, però, attentamente il pensiero junghiano si scorge in esso uno spiritualismo gnostico, alchemico ed esoterico molto più pericoloso del materialismo pansessualista freudiano, poiché più nascosto, e che facilmente può diventare una trappola per i cristiani (per esempio cfr. B. Kaempf, Réconciliation. Psychologie et religion selon Carl Gustav Jung, Berna, 1946; R. Hostie, Du myte à la religion. La psycologie analitique de C. G. Jung, Bruges, 1955).

18 - 19 giugno Celebrazioni in onore di don Pessina a Correggio (RE)

Avviso del Coetus fidelium Beato Rolando Rivi, Correggio (RE) 

In occasione del 70° anniversario dell'assassinio di don Umberto Pessina (18/06/46)
Sabato 18 giugno alle ore 19
Chiesa parrocchiale di San Martino Piccolo
(via S.Martino, 23 - Correggio - RE) 
sarà celebrata una santa Messa in forma straordinaria da Mons. Carlo Pasotti, cancelliere vescovile e canonico penitenziere.
Si tratterà di una Messa da requiem in suffragio della cara anima del priore don Umberto Pessina; al termine, ci si porterà in preghiera presso il sacello attiguo alla chiesa in cui  riposa il corpo di don Pessina.
Di seguito il programma completo delle celebrazioni parrocchiali liturgiche (forma ordinaria) e culturali in onore di don Pessina:

Spaemann: "Anche nella Chiesa c’è un limite di sopportabilità"

Quello che segue è un ulteriore intervento sulla "Amoris laetitia" di Robert Spaemann, 89 anni, coetaneo e amico di Joseph Ratzinger, professore emerito di filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera. Lo ha pubblicato il 17 giugno il giornale tedesco "Die Tagespost" ed è stato rilanciato lo stesso giorno sull'edizione tedesca di Catholic News Agency. Lo segnala con efficace tempestività Sandro Magister su Settimo cielo [qui].
Qui il precedente intervento: È il caos eretto a principio con un tratto di penna, pure da noi ripreso, che ha suscitato reazioni alle quali Spaemann ora replica.

Le mie osservazioni critiche nel colloquio con la Catholic News Agency sull’esortazione apostolica "Amoris laetitia" hanno suscitato delle vivaci reazioni, in parte di assenso entusiastico, in parte di rifiuto.
Il rifiuto riguarda in primo luogo la frase secondo cui la nota 351 rappresenta una "rottura nella tradizione del magistero della Chiesa cattolica". Quel che volevo dire era che alcune affermazioni del Santo Padre si trovano in una chiara contraddizione con le parole di Gesù, con le parole degli apostoli e con la dottrina tradizionale della Chiesa.

venerdì 17 giugno 2016

L’ultimo articolo di Jo Cox. Basta armi all’Arabia Saudita, basta massacri di bambini yemeniti.

L' ultimo articolo di Jo Cox - la parlamentare laburista britannica uccisa da un fanatico nazionalista, pubblicato il 14 giugno anche sul suo profilo facebook [qui] - chiede al governo britannico di interrompere la vendita di armi all’Arabia Saudita, che li usa nella guerra in Yemen, le cui prime vittime sono i bambini. Ce lo segnalano tradotto qui e riteniamo interessante prenderne atto. A prescindere dalle diverse considerazioni possibili su quanto la sua tragica morte (R.I.P.) rischi di rientrare in uno schema coerente solo per i mistificatori, erano più d'uno i fronti infastiditi dalla sua azione che andava oltre l'europeismo... 

Se, come il ministro degli Esteri sostiene, “relazioni strette con i paesi del Golfo sono cruciali per la sicurezza della Gran Bretagna”, non è anche arrivato il momento di usare il nostro stretto legame con l’Arabia Saudita per porre fine al massacro di bambini yemeniti? Quindici mesi fa il conflitto in Yemen si è acutizzato, quando la coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha avviato un intervento militare a sostegno del governo contro l’opposizione Houthi. Metà della popolazione dello Yemen ora non ha accesso ai beni primari – cibo, acqua e farmaci. E con la violenza che si diffonde nel paese, il bilancio delle vittime continua a salire.

FdS ==> Fede di Sempre. La Croce, la legge e la fede

Per i precedenti cliccare quiquiqui - qui.

NEWSLETTER 2016 – 35
"Se infatti ottengo la giustizia per mezzo della legge, 
allora Cristo è morto invano” (Gal 2,21)

Il rapporto tra fede, legge e Croce è un rapporto complesso e spesso difficile da cogliere. Ai lati della croce si trova spesso rigore e lassismo. Sostenere che la salvezza è operata dalla croce e dalla necessaria adesione di fede, può indurre a mettere l’accento unicamente sulla misericordia, tanto da far ritenere che la fede da sola sia sufficiente, poiché ciò che conta è lo spirito e che qualsiasi forma di legge è obsoleta. Al contrario, considerando il sacrificio cruento di Cristo, con il suo esempio di obbedienza e di abnegazione, capita a volte di ridurre l’efficacia della croce a qualcosa di meccanico legato a dei sacrifici e a dei rituali.

Venerdì 17 giugno. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana [qui]

In questo mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, manteniamo con fedeltà il nostro impegno nella preghiera di riparazione, pensando anche alle profanazioni delle nostre Chiese (ricordiamo i casi di Ravenna e Ventimiglia). Preghiamo perché il Signore doni alla Sua Chiesa sacerdoti che con la loro santità di vita e la loro testimonianza siano esempio e vera guida per i fedeli.

Per la nostra formazione, leggiamo la Prima omelia dalle Lodi alla Beata Vergine di San Bernardo di Chiaravalle. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

giovedì 16 giugno 2016

Card. Piacenza. «Pio XII: radici della sua vita cristiana e sacerdotale»

“In quel tempo di prove terribili, che è stato il secolo scorso”, il Signore ha voluto donarci “un grande operaio per la Sua messe” nel Venerabile Pio XII. Lo ha detto, nell’omelia pronunciata il 13 giugno scorso presso la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, il card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria Apostolica. Riprendiamo da MiL.

Nota di aggiornamento in seguito alla riflessione di un lettore, che non può essere passata sotto silenzio.
Citazione dall'Omelia: "...dell’attualità del suo Magistero e della profonda incidenza che esso ha avuto sul Concilio Ecumenico Vaticano II, il quale - ben lo sappiamo - cita con dovizia straordinaria il Magistero di Pio XII."...
Non può mancare l'omaggio indiretto al Vaticano II anche in un'omelia che non lo richiede, arruolando Papa Pacelli tra i suoi facitori, seppur indirettamente, lui che non lo convocò perché temeva ciò che effettivamente avvenne (il cavallo di Troia dei modernisti e novatori).
Evidentemente il clero modernizzato, non può fare a meno di riferirsi a ciò che fu il "riconciliarsi della Chiesa con l'illuminismo", la parte "conservatrice" secondo la visione ermeneuticamente continuista facente perno sul soggetto e non sull'oggetto.
Condivido e osservo che è un tema ricorrente persino nei pastori meno rivoluzionari (ormai persino dire progressista è superato). E dire che in molti (io stessa in diversi scritti) hanno colto i punti di distorsione e di elisione di alcune citazioni di Pio XII. Specialmente riguardo alla Mediator Dei, da rìlevare un oltrepassamento (nella Sacrosanctum Concilium) [vedi] che è esiziale e che rivela lo sviluppo della nuova ecclesiologia di cui tanto abbiamo parlato in molte occasioni e da diversi punti di vista. Chi non mancasse di approfondire noterà che si tratta di un fatto estremamente grave  i cui effetti sono di tutta evidenza. E, ciò nonostante, non è mai stato ripreso neppure dai nostri pastori di riferimento i quali stigmatizzano abusi e indicano correttivi, ma senza arrivare alla radice.

«Pio XII: radici della sua vita cristiana e sacerdotale»

Omelia di Sua Eminenza Rev.ma il
Card Mauro Piacenza Penitenziere Maggiore

[Is 61,1-3; Sal 18; Lc 10,1-9] - Roma, Chiesa Nuova, 13 giugno 2016

«La messe è molta, ma gli operai sono pochi.
Pregate dunque il padrone della messe
perché mandi operai per la sua messe
»
(Lc 10,2).

La preghiera incessante, che la Chiesa ha innalzato nei secoli, implorando da Dio il dono di operai per la Sua messe, è stata sempre benevolmente esaudita e sempre lo sarà, poiché
Dio ama “passare” per la porta della nostra preghiera.
E quale grande operaio Egli ha voluto donarci nel Venerabile Pio XII, Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, in quel tempo di prove terribili, che è stato il secolo scorso.
Alle radici cristiane e sacerdotali della sua vita, vogliamo oggi, insieme, volgere lo sguardo, proprio in questo luogo sacro, che ne ha custodito l’infanzia e ne ha accolto le “primizie” del ministero sacerdotale.

Lettera sulla Russia

Ho trascorso l’ inverno a San Pietroburgo, e altri due mesi in precedenza, studiando il russo e vivendo ben inserito nella realtà della Russia. Ho imparato e capito tante cose, anche sulla situazione politica internazionale, come pure sulle informazioni – vere o false – che vengono diffuse dai media. 

È dunque in atto a livello internazionale una campagna di stampa ben strutturata contro la Russia. Non di rado sui nostri media vengono presentate notizie distorte, quando non menzogne, allo scopo di screditare la Russia e Putin, e cercare lo scontro. È incredibile notare come quasi tutti i giornalisti dicano le stesse cose, e abbiano le stesse vedute. Se chiediamo cosa pensano sulla legge elettorale o sulle pensioni ognuno ha la sua idea. Sulla Russia e Putin, invece, sono tutti d’accordo che sono cattivi. 

mercoledì 15 giugno 2016

17 giugno. Don Curzio Nitoglia a Reggio Emilia

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Il caso di Orlando e il 'pensiero unico': distorsioni e reticenze.

Un islamista fa strage di gay e ad essere sotto accusa sono i cristiani. È la situazione paradossale che si sta creando, con la complicità di vescovi e giornali cattolici a dare man forte agli opinionisti laicisti che mettono tutte le religioni sullo stesso piano.
Il cristianesimo, che non va confuso con il fondamentalismo islamista, condanna il peccato non il peccatore, né tanto meno uccide. Il problema è, poi, che il pensiero unico dominante spaccia per naturale ciò che è invece frutto di ambiente e cultura [vedi].

Mentre non possiamo che dolerci per la morte di cinquanta creature di Dio e affidare al Signore la loro anima, riteniamo giusto non passare sotto silenzio le terrificanti parole pronunciate da un Imam[1] proprio nella moschea di Orlando, luogo della terribile strage. Nessuna traccia di questo nell'agorà mediatica di regime. 
[Fonte] - In un video, trovato e pubblicato da Pamela Geller, famosa blogger e attivista statunitense da sempre in lotta con gli islamici, si vede un imam, ospite nella moschea di Orlando pronunciare parole di morte per l’intera comunità LGBT. Nella predica il fedele ad Allah parla dei gay e ammette che per loro “la sentenza è la morte. Noi lo sappiamo. Non c’è nulla che ci deve imbarazzare in questo. La sentenza è la morte“. Le parole escono dalla sua bocca con sicurezza. E aggiunge: “Dobbiamo avere compassione per le persone. Con gli omosessuali, è lo stesso. Per compassione, dobbiamo sbarazzarci di loro“.[...]
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1. Imàm è un termine arabo che fa riferimento a una radice lessicale che indica lo “stare davanti” e, quindi, significa “guida”. Può quindi indicare una semplice guida morale o spirituale (ed è questo l’uso che per lo più se ne fa in ambiente politico) o anche identificare un musulmano particolarmente esperto nei movimenti rituali obbligatori della preghiera canonica salāt. Costui si pone davanti agli oranti dando modo a chi prega di correggere un eventuale erroneo movimento che comporterebbe l’invalidità della salāt. Da un punto di vista religioso il termine Imàm indica la guida della Comunità islamica (Umma)